Incentivi fiscali ai correntisti per incoraggiare l’investimento dei risparmi nell’economia reale italiana

Dalla maggioranza di governo in Parlamento cresce la consapevolezza della necessità di promuovere, su base volontaria e non forzosa, una fiscalità di fiducia che permetta di finalizzare ai progetti di investimento produttivo, nelle aziende e nei settori strategici del Paese, una quota importante dei 1800 miliardi depositati sui conti correnti delle famiglie italiane. Una grande operazione fiduciaria così come era stata auspicata oltre un anno fa dal Banchiere e scrittore Beppe Ghisolfi.

Il parlamentare Davide Zanichelli ha presentato una risoluzione in quanto componente della commissione finanze, con un elenco di provvedimenti orientati a tale obiettivo: rafforzamento dei piani individuali di risparmio, emissione di titoli di Stato destinati al finanziamento di progetti in sanità e ricerca, creazione di un fondo sovrano a capitale pubblico aperto alle sottoscrizioni dei privati, incentivi robusti alla previdenza integrativa e sviluppo dell’educazione finanziaria come fattore trasversale. Esiste in effetti un PNRR domestico, che vale in termini di grandezza aritmetica 9 volte quello concesso all’Italia dalla Commissione Europea. Si tratta del risparmio diffuso delle famiglie italiane, le quali nel corso della prima e della seconda ondata pandemica, coincisa con altrettanti lockdown, hanno – soprattutto da parte dei titolari di redditi fissi e continuativi – accumulato risorse sui propri conti correnti, minimizzando spese e consumi non primari e portando così lo stock complessivo accantonato a 1800 miliardi.

Adesso però la prospettiva inflazionistica connessa al rincaro delle materie prime e all’effetto-fionda della domanda di famiglie e imprese sui mercati, ha fatto in maniera prepotente riaffiorare quella che l’economista e statista Luigi Einaudi definì una “tassa sui poveri”, in quanto passibile di erodere il potere d’acquisto reale delle somme risparmiate e depositate. Se in periodi di bassa inflazione – come mirabilmente fu evidenziato nel 2018 dal Banchiere e scrittore Beppe Ghisolfi – la “tassa sui poveri” diventa lo spread, ossia il differenziale nei rendimenti tra BTP Italiani e tedeschi che porta all’aumento dei tassi e alla stretta creditizia, attualmente – come è stato rimarcato in una risoluzione parlamentare al Governo – vige una sorta di “imposta occulta” che è rappresentata dal maggiore livello generale dei prezzi e che costa, in termini di erosione del risparmio reale, 36 miliardi all’anno a cittadini e imprenditori, anche in considerazione della redditività zero dei conti correnti.

Che fare pertanto? Il Professor Beppe Ghisolfi indicò una linea maestra oltre un anno fa, vigente il governo Conte bis, in una specie di straordinaria “operazione fiducia” all’indirizzo delle famiglie italiane, contro ogni ipotesi di prelievo forzoso e fondata esclusivamente su principi di incentivo e di volontarietà dei correntisti depositanti: creare un sistema di agevolazioni fiscali e di emissioni obbligazionarie pubbliche capace di incoraggiare la finalizzazione di una quota importante di quei 1800 miliardi a progetti di investimento mirato e trasparente nell’economia reale imprenditoriale e nei settori strategici dell’industria italiana.

Diversi sono gli strumenti tecnici idonei a centrare un simile obiettivo: il lancio di linee dedicate di titoli di Stato sul modello dei green bond, l’ulteriore detassazione della previdenza complementare (in recepimento della direttiva europea che impone agli Stati di tassare unicamente la rendita alla scadenza e non il piano di accumulo del risparmio), il potenziamento dei Pir o Piani individuali di risparmio dedicati al finanziamento delle piccole e medie imprese quotate sul mercato dei capitali (Borsa), la creazione di un fondo sovrano pubblico aperto alle sottoscrizioni dei privati. Trasversalmente a tutte le misure prima elencate, la risoluzione prevede di sviluppare l’educazione finanziaria come fattore decisivo per orientare le scelte delle famiglie risparmiatrici verso modalità di investimento “pazienti”, non speculative e informate, in grado di assorbire l’impatto dell’inflazione mettendo in sicurezza il capitale.

A.Z

Edizione straordinaria

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