Bce, Lagarde: per adesso nessuna austerity sui tassi, ma solo una graduale fuoriuscita dal Qe

Christine Lagarde, Presidente del Consiglio di amministrazione della Banca centrale europea, che riunisce tutti i governatori dell’Eurozona, ha confermato, a consuntivo dell’ultimo atteso Direttivo prima della Pasqua, che non sarà deliberata alcuna misura di austerità sul costo del denaro, ma che la politica disinflazionistica sarà portata avanti attraverso la già concordata “road map” di graduale, ma inesorabile, fuoriuscita dal quantitative easing e dal piano antipandemico, ossia i due programmi straordinari di acquisto dei titoli sovrani finalizzati il primo a salvare la moneta unica UE dalla speculazione, il secondo a migliorare i flussi di liquidità retail durante la pandemia.

Soltanto successivamente il tema dell’aumento dei tassi di interesse tornerà in cima all’agenda del dibattito nella Eurotower di Francoforte, ma l’auspicio è che per quel momento il conflitto russo in Ucraina sia già terminato e i movimenti speculativi – legati alle strozzature delle catene di approvvigionamento e alle spinte rialziste che fanno costare di più le stesse forniture di idrocarburi anche quando non vi è stata interruzione fisica – abbiano ceduto il passo alla normalizzazione.

Lagarde ha sottolineato il rischio di una recessione continentale in caso di adozione di sanzioni europee volte alla dichiarazione di embargo totale nei confronti del gas russo – decisione che incepperebbe il motore della locomotiva industriale tedesca – e ha espressamente riconosciuto che il tasso di inflazione si compone di elementi sia strutturali sia congiunturali che potrebbero portare addirittura al 7 per cento la variazione in aumento del paniere del costo della vita.

Se la politica monetaria sta facendo la propria parte per evitare la caduta in recessione della UE e della più vasta area europea, adesso la parola passa necessariamente alla politica economica che, con la ulteriore retrocessione dell’ombrello del quantitative easing, dovrà tornare a confrontarsi con il mercato dei capitali finanziari e industriali e integrare il Next generation EU adesso non più sufficiente a causa del rincaro delle materie prime e della rarefazione dell’offerta globale delle stesse.

L’editoriale di A.Z

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