Asse Ghisolfi-Tremonti a Uno Mattina: Fiscal Compact? Folle e da riscrivere

La convergenza tra l’ex ministro economico di Berlusconi, Giulio Tremonti, e il Banchiere internazionale e scrittore Beppe Ghisolfi, tornato negli studi romani del popolare contenitore mattutino di Rai 1 condotto da Monica Giandotti: è sicuramente stata uno dei punti più significativi della puntata di inizio settimana di Uno Mattina. Il Professor Ghisolfi è intervenuto quale ospite opinionista in un dibattito con l’economista Tremonti sugli effetti dei rincari gravanti sulle prospettive macroeconomiche dell’Italia e su quelle microeconomiche, ma singolarmente importantissime, delle famiglie che hanno seguito la discussione da casa.

A differenza di quanto avvenuto dopo la grande crisi finanziaria del 2007-2008, quando Bruxelles optò per la via dell’austerità e del rigore di bilancio alla base delle successive tensioni politiche e sociali all’interno del vecchio continente, l’approccio scelto dopo lo scoppio della pandemia sanitaria e della guerra in Ucraina è stato di segno radicalmente diverso, a favore di politiche espansive e di scostamento dei bilanci pubblici.

Oramai il patto di stabilità “è un cadavere”, hanno convenuto i due autorevoli opinionisti, e sarà totalmente riscritto sul piano politico. Anche perché parametri come il 3 per cento nel rapporto deficit/PIL, il 60 per cento nella relazione debito/PIL e il 2 per cento massimale di inflazione sono oramai il portato di un’epoca che, relativamente a disavanzo pubblico e carovita, non esiste più e che, per quanto riguarda la possibilità di ricondurre il grande passivo dello Stato al di sotto del nostro reddito nazionale, forse non è mai esistita se non nelle menti dei contabili dei trattati di Maastricht e di Lisbona.

Riscrivere i quali fa parte dell’ABC del buon senso economico. Anzi, dell’Abbecedario, lo stesso evidenziato dal Professor Ghisolfi durante la diretta sulla prima rete di Stato.

L’editoriale di A.Z

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