Confcommercio: le famiglie più prudenti nei confronti del consumo

“Il calo registrato, in termini congiunturali, dalle vendite nel mese di marzo non è una sorpresa ed è in linea con il rallentamento dell’economia e la persistente crescita dell’inflazione. Le famiglie cominciano ad avere atteggiamenti decisamente più prudenti nei confronti del consumo, in particolare per quei segmenti ritenuti meno necessari. Situazione che si legge anche nel rallentamento registrato nei periodi più recenti dal commercio elettronico”. Questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati sulle vendite al dettaglio a marzo diffusi dall’Istat.

“Non debbono ingannare nella lettura dei dati – continua la nota – gli aumenti, a due cifre, registrati nel confronto annuo da alcuni comparti merceologici quali l’abbigliamento e le calzature: se si guarda al raffronto con lo stesso mese del 2019 il ritardo, a valore, è, infatti, ancora molto ampio. Comincia a riemergere, infine, la difficoltà di sviluppo del fatturato da parte delle aziende fino a 5 addetti: nei primi tre mesi del 2021 la variazione tendenziale delle vendite a valore è quasi metà rispetto a quella delle imprese più strutturate e, al netto dell’inflazione al consumo, si avvicina pericolosamente a una condizione di riduzione dei volumi”.

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