Accordo previdenziale Italia – Albania, Mattarella rassicura Begaj: “Sarà presto realtà”

La visita di due giorni del Presidente della Repubblica d’Albania, onorevole Bajram Begaj, in Italia, dove a Roma ha svolto colloqui di vertice con il proprio omologo Sergio Mattarella e con il Presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana, ha prodotto, il 26 e 27 maggio scorsi, una serie di aggiornamenti importanti.
Il primo di questi, è la rassicurazione che verrà ripreso e condotto a buon fine l’accordo tra i nostri due Paesi in materia di sicurezza sociale: una formula che sottintende la procedura per il riconoscimento delle carriere contributive e dei contributi versati da uno stesso lavoratore sia in Italia che in Albania in momenti differenti della propria vita e carriera professionale, così da ottenere il loro armonico ricongiungimento e la conseguente maturazione del relativo diritto previdenziale nel Paese prescelto per la residenza ultima.

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Debito pubblico sfiora i 2790 miliardi, adesso la parola a Moody’s

Intanto anche il summit dei Ministri economici del G7 nella terra del sol Levante ha fatto tramontare l’ipotesi di un accordo in sede per una ratifica italiana del famigerato Mes ammorbidito da concessioni a favore del Governo Meloni su patto di stabilità e garanzia UE sui depositi bancari.

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BCE: molto falco ma poco aquila. E Francoforte vuol pure toglierci i pochi sostegni fiscali rimasti…

Molto, molto falco ma assai poco aquila. Nel senso che il rigorismo monetarista minaccia di essere fine a se stesso, autoreferenziale ma scarsamente o per nulla orientato alla lungimiranza. Con effetti evidenti fin da ora sui mutui a tasso variabile e sulle nuove emissioni di titoli obbligazionari del debito pubblico destinati a rifinanziare la quota in scadenza del passivo dello Stato con maggiori oneri a carico dei contribuenti e il rialzo del famigerato spread.

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Meloni e Giorgetti schivano la sindrome di Stoccolma: lavoro e investimenti Pnrr fuori dal fiscal compact

Urge una chiara e approfondita analisi. Archiviato il decretone Lavoro del Primo Maggio – che nei fatti ha sancito per il nostro Paese il passaggio da un sistema statico di welfare a un regime di workfare ancora tutto da definire con il dimezzamento del reddito di cittadinanza e l’aumento dello sconto contributivo sulle buste paga più basse – il Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti è nel frattempo riuscito a schivare la sindrome di Stoccolma dove sabato scorso si è svolta la riunione della Presidenza svedese della UE con all’ordine del giorno il progetto di riforma del patto di stabilità con l’obiettivo, almeno nei propositi della Commissione von der Leyen, di renderlo meno austero e più conciliante verso i Paesi ad alto debito pubblico.

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Un cuneo fiscale molto spigoloso per il Governo: Def senza maggioranza qualificata alla Camera

Intanto Bruxelles gela l’Italia: gli investimenti del Pnrr rientreranno nei conteggi del patto di stabilità. Un assai vecchio copione che nel passato ha contribuito, alla voce deicofinanziamenti nazionali e regionali, a rendere non utilizzabili molte risorse comunitarie dei fondi strutturali.

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Ignazio Visco: se l’inflazione non cala e la causa non sta più nelle quotazioni dell’energia

Il Governatore della Banca d’Italia, nel corso delle assemblee plenarie di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale, è tornato sui temi dei livelli di sicurezza del mercato dei servizi bancari e sugli scenari di intervento della politica monetaria di fronte alla perdurante alta inflazione. Confermando in maniera indiretta la necessità di una politica economica fiscale che affianchi quella strettamente di competenza di una Banca centrale come la BCE, il cui compito è quello di presidiare la stabilità dei prezzi con la leva dei tassi di riferimento. Altrimenti detta: del costo del denaro caricato su famiglie e imprese.

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PNRR, il Governo pronto a rinunciare a parte dei fondi. Patuelli (ABI): “Italia diventi zona economica speciale”

Le esternazioni di qualche settimana fa del capogruppo della Lega Riccardo Molinari, sulle quali si erano registrate immediate critiche e prese di distanza da parte delle altre forze della maggioranza governativa, oltre che della stessa Premier Giorgia Meloni in persona, si rivelano adesso più condivise di quanto non lo si immaginasse agli inizi.

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Debito pubblico, Banca d’Italia e Def certificano il fallimento di 11 anni di austerità: 22 miliardi in più al mese di passivo statale

Era dai tempi di Mario Monti, undici anni or sono, che la lezione giunta dall’economia reale sembrava essere stata capita e, soprattutto, recepita: più austerità porta più debito perché aggrava i disavanzi privati e pubblici. Oggi, che siamo quasi alla fine del primo quadrimestre del 2023, ci tocca prendere atto che i messaggi recapitati dalle note congiunturali della Banca d’Italia non sono arrivati a destinazione dei decisori delle politiche fiscali del Paese.

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L’educazione finanziaria entra a scuola dalla porta principale: il plauso di Damiani e Ghisolfi

Piccole imprese quotate in Borsa, Educazione finanziaria quotata nelle scuole. Si può sintetizzare così il merito dei provvedimenti che, in tema di economia e finanza, hanno distinto e scandito le deliberazioni di inizio settimana a palazzo Chigi all’interno della riunione del Consiglio dei Ministri durante la quale sono stati approvati gli indirizzi strategici delle politiche fiscali e di bilancio, la riforma del mercato dei capitali e, strettamente connessa a questa nel contesto delle norme sulla concorrenza, la proposta che, in via definitiva, introduce nelle scuole l’educazione finanziaria come modalità di insegnamento specifica e obbligatoria.

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Mercato dei capitali, la riforma che porta con sé educazione… finanziaria

Ci siamo. Oggi, con inizio alle ore 15, sul tavolo collegiale del Governo di Giorgia Meloni a palazzo Chigi, in occasione della riunione del Consiglio dei Ministri programmata per avviare la strategia di primavera, approderanno due voluminosi fascicoli a questa funzionali: il documento di economia e finanza, il primo di autonoma espressione dell’esecutivo della Premier di Fratelli d’Italia, attraverso cui sarà disegnato lo scenario macroeconomico di riferimento per i successivi atti di bilancio e provvedimenti di riforma; e il disegno di legge recante interventi a sostegno della competitività del mercato dei capitali.

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