Con Melenchon la Francia si tinge di rosso e prova a creare l’asse del salario minimo con la Germania

Oltralpe il primo turno delle elezioni legislative ha certificato le attese della vigilia, e sancito il progressista tradizionalista Jean Luc Melenchon come reale antagonista del riformista tecnocrate Emmanuel Macron rieletto due mesi fa al vertice dell’Eliseo. Nuovamente sconfitta la populista di destra Marine le Pen, che già al primo turno delle popolari presidenziali aveva rischiato di lasciare il secondo posto allo stesso Melenchon, e che ora si appresta sì a portare al Parlamento nazionale un più alto numero di parlamentari ma soltanto con la prospettiva di essere il terzo incomodo tra il centrismo di Macron e il socialismo radicale del suo avversario.

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Il salario minimo? Rischia di essere una trappola per tutti

L’adeguamento delle tutele retributive contro l’inflazione è una necessità che deve essere perseguita evitando diktat populistici non meno dannosi del già sperimentato reddito di cittadinanza. La Germania ha aperto la pista con una prima applicazione concreta, che in due passaggi condurrà dal prossimo autunno alla fissazione di 12 euro di paga oraria minimale. La Commissione Europea di Ursula von der Leyen, quasi in una prova simultanea tra Berlino e Bruxelles, è riuscita a portare in approvazione una direttiva, più generica che generale, nella quale il concetto di retribuzione di base, sempre per ora lavorata, dovrà essere recepito da ogni singolo Stato in funzione delle caratteristiche economiche locali. In pratica, la fotografia della situazione odierna che lascia irrisolti i temi del dumping sociale entro i confini della UE.

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Missione di Rama in Azerbaijan: venite da noi a investire

Il Premier del Paese delle Aquile in visita nella Nazione medio orientale punto di partenza del gasdotto Tap che ha nel territorio balcanico il passaggio fondamentale verso l’Unione Europea. “Siamo un po’ gelosi dei nostri vicini di casa del Montenegro, e come Primo Ministro dell’Albania io sono qui per dirvi che le porte del mio Paese sono aperte e daranno piena accoglienza a investitori e turisti provenienti dall’Azerbaijan”. Edi Rama, Premier albanese, dopo il successo degli incontri istituzionali a Berlino con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz e con il Capo dello Stato Frank Walter Steinmeier, ha raggiunto l’importante Nazione del Medio Oriente dalla quale proviene il gas naturale che viaggia lungo il Tap e raggiunge l’Italia e l’Unione Europea passando attraverso il corridoio realizzato appunto nel Paese delle Aquile.

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