C’è un Ambasciatore a Berlino: la WOA di Giuseppe Prete nella capitale tedesca

Al momento di concludere l’edizione odierna delle Banche d’Italia, apprendiamo con piacere che il dottor Giuseppe Prete sta per recarsi in missione diplomatica a Berlino per un summit che vedrà impegnata la WOA – la world Organization of Ambassadors di cui egli è cancelliere per l’Europa continentale – nelle giornate di sabato e di domenica.

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Mes e punto: c’è un giudice a Berlino che ci impone il “Salva Stati”

La decisione della Corte costituzionale della Germania federale, relativa al mancato accoglimento delle obiezioni di presunta illegittimità del Mes, il meccanismo europeo di stabilità, apre la via alla fase di ratifica e promulgazione dello stesso da parte del Capo dello Stato Franz Walter Steinmeier. A quel punto, la parola passerà al Parlamento italiano: lo stesso che due settimane fa, con un ordine del giorno approvato a maggioranza dalla Camera dei deputati, ha invitato il Governo Meloni a non dare seguito alla procedura di recepimento del fondo salva Stati all’interno del nostro ordinamento. L’ordine del giorno stabilisce che ogni eventuale iniziativa dovesse essere subordinata all’esito della decisione dell’alta magistratura tedesca.

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Italia e Germania, rivali solo in apparenza: alla fine vincerà il realismo industriale contro l’Austerity di Berlino su Roma

Al netto di sorrisi e strette di mano – che segnano un ritorno alla normalità dopo l’era covid – il vertice tra i ministri dell’economia e delle finanze di Roma e di Berlino, Giancarlo Giorgetti e Christian Lindner, non ha sortito risultati di sostanza. A confermarlo è la nota di stampa, assolutamente essenziale, diffusa a seguito del colloquio binazionale che era finalizzato anzitutto a una prima reciproca conoscenza, necessaria per il Governo tedesco di Olaf Scholz, dopo l’avvicendamento a Roma tra Mario Draghi e Giorgia Meloni e il conseguente passaggio di consegne da Daniele Franco al leghista moderato Giorgetti alla guida del MEF. Proprio quest’ultimo, recita il passo conclusivo del comunicato ufficiale, “ha evidenziato l’importanza che la UE abbia una politica e una strategia energetica comuni maggiormente incisive”.

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Missione di Rama in Azerbaijan: venite da noi a investire

Il Premier del Paese delle Aquile in visita nella Nazione medio orientale punto di partenza del gasdotto Tap che ha nel territorio balcanico il passaggio fondamentale verso l’Unione Europea. “Siamo un po’ gelosi dei nostri vicini di casa del Montenegro, e come Primo Ministro dell’Albania io sono qui per dirvi che le porte del mio Paese sono aperte e daranno piena accoglienza a investitori e turisti provenienti dall’Azerbaijan”. Edi Rama, Premier albanese, dopo il successo degli incontri istituzionali a Berlino con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz e con il Capo dello Stato Frank Walter Steinmeier, ha raggiunto l’importante Nazione del Medio Oriente dalla quale proviene il gas naturale che viaggia lungo il Tap e raggiunge l’Italia e l’Unione Europea passando attraverso il corridoio realizzato appunto nel Paese delle Aquile.

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Edi Rama e Olaf Scholz da Berlino: “Albania e Macedonia del Nord nella Ue rafforzano la sicurezza nel Continente e la pace intorno all’Europa”

Il Premier albanese è il primo capo di Governo dei Balcani occidentali a essere ricevuto dal nuovo Cancelliere tedesco subentrato alla Merkel. La sicurezza europea non può più fare a meno dell’allargamento dei confini della UE ai Balcani occidentali a partire da Albania e Macedonia del Nord già pronte a sostenere l’avvio dei negoziati di adesione sperabilmente dal prossimo giugno. La Germania colloca questa questione tra le priorità del Cancellierato del leader socialdemocratico Olaf Scholz, che nella capitale tedesca ha ricevuto questo lunedì il due volte omologo Edi Rama, Primo Ministro albanese e Presidente del Partito Socialista del Paese delle Aquile.

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Rama-Scholz, a Berlino i colloqui per mettere al sicuro l’Europa

Il Premier albanese è il primo Capo di Governo dei Balcani occidentali a essere ricevuto dal nuovo Cancelliere tedesco. La settimana istituzionale UE è iniziata a Berlino, con i colloqui avviati lunedì tra il Premier albanese Edi Rama e il collega della Repubblica federale tedesca Olaf Scholz. Il Primo Ministro d’Albania, nella propria missione, è accompagnato dalla Ministra dell’economia Delina Ibrahimaj, dalla delegata per i rapporti con il Parlamento Elisa Spiropali e dal capogruppo del Partito Socialista del Paese delle Aquile, Taulant Balla.

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Il mea culpa della Ue: abbiamo trascurato i Balcani occidentali, la loro integrazione è garanzia di pace per tutti

La Ministra tedesca Annalena Baerbock in missione in Kosovo e in Serbia ha sottolineato la necessità di accelerare il percorso di avvicinamento all’Unione Europea. Sui Balcani occidentali l’Unione Europea recita finalmente il mea culpa: la circostanza di avere troppo trascurato questa macroregione nel cuore del vecchio continente sta evidenziando tutti i propri fattori di rischio per la stessa stabilità della UE. Questo è quanto in sostanza è stato dichiarato dalla Ministra degli affari esteri della Germania – azionista forte della commissione di Bruxelles – in missione in Kosovo e in Serbia dove ha incontrato il primo ministro Albin Kurti e rispettivamente, il presidente della Repubblica Aleksandr Vucic.

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Ucraina: domani giovani in piazza, “Si svuotino arsenali e colmino i granai”

I giovani della Coldiretti da tutta Italia con i trattori e gli animali al seguito si mobilitano per la pace e contro la guerra che fa perdere vite umane e mette in pericolo il futuro di una intera generazione nata dopo la caduta del muro di Berlino, con il rischio della perdita del lavoro, della stabilità economica ma anche delle forniture alimentari in Italia e nel mondo. L’obiettivo dell’iniziativa è che “si svuotino gli arsenali, si colmino i granai” secondo l’invito pronunciato nel messaggio di fine anno agli italiani nel 1979 dal presidente partigiano Sandro Pertini, di grande attualità con le armi che sono tornate a sparare e i granai che sono svuotati e il rischio reale di scaffali deserti ma anche di speculazioni e carestie che nel passato hanno provocato tensioni sociali e politiche e flussi migratori.

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Nuova guerra fredda USA – Russia: e se cambiassimo nome alla Nato?

Nelle prossime ore la diplomazia tedesca del nuovo cancellierato di centrosinistra, guidato da Olaf Scholz, potrebbe essere decisiva, complice lo sblocco del gasdotto Nord stream 2, potrebbe essere decisiva al fine di sventare un conflitto non utile a nessuno, dannoso soprattutto per il leader del Cremlino. La nostra vuole, in questa sede, essere una sorta di provocazione di tipo semantico: finalizzata non a sdrammatizzare, non è questa la sede, ma semmai a mettere in evidenza un particolare più importante di quel che sembra. E se alla fin fine fosse soltanto una questione nominalistica risolvibile cambiando nome alla NATO al fine di rendere l’alleanza Atlantica più inclusiva e meno legata alla memoria storica di un muro di Berlino al di là del quale c’era quel patto di Varsavia crollato oltre trent’anni fa assieme all’Unione sovietica e in contraltare al quale, appunto, si era dato vita, tra Washington e Bruxelles, al trattato di difesa Nord Atlantica?

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