Investitori italiani: interessante studio di Assogestioni

È stato recentemente presentato uno studio dell’Osservatorio annuale sui sottoscrittori di fondi comuni a cura di Assogestioni che traccia una sorta di profilo degli investitori italiani al fine di capire come si sviluppano le preferenze e i bisogni del risparmiatore. Le famiglie italiane, rappresentate da 11,5 mln di sottoscrittori hanno sinora investito oltre 500 mld di euro in fondi con un importo medio che si aggira intorno ai 45.000 euro. Il versamento in un’unica soluzione rimane la forma preminente, scelto dal 60% circa dei risparmiatori contro il 22% che investe principalmente in piani di accumulo.

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La regolamentazione bancaria Ue punta sulla trasparenza delle informazioni

La regolamentazione bancaria europea punta i riflettori sulle informazioni trasparenti e complete sui rischi e sulle opportunità legati al cambiamento climatico ivi inclusi i rischi per i prestiti che possono derivare dal’ climate change’. L’UE chiederà agli Istituti di Credito di diffondere sia i dati su questi casi, sia le strategie per fronteggiarli a partire dalla fine dell’anno. Con l’esposizione a settori come l’immobiliare e l’energia, le banche potrebbero subire deprezzamenti dei loro portafogli di prestiti a causa di eventi meteorologici eccezionali o a cambiamenti nelle politiche di opposizione agli eventi climatici e nella regolamentazione.

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Ottime notizie per le Piccole Medie Imprese

Le previsioni di sviluppo dell’economia globale, nonostante questa fase complicata, sono supportate da 3 fattori fondamentali; calo dei prezzi dell’energia, con un calo di quasi il 90% rispetto al picco estivo, spesa fiscale corrente, e le prospettive decisamente migliori per la Cina dopo il cambio di rotta del governo sulla politica zero-covid verificatosi alla fine dello scorso anno. Le prime informazioni riferibili ai dati ad alta frequenza ed alle PMI di gennaio rivelano una decisa ripresa dell’attività del settore dei servizi. Un altro elemento significativo sono le modalità in cui gli stati europei hanno utilizzato i bilanci per compensare la crisi energetica: in Germania, nel 2022 i limiti ai prezzi che le società energetiche potevano applicare ammontavano all’8% del Prodotto interno lordo, poco meno del 10% destinato durante la pandemia.

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L’aggressività dell’inflazione crea non pochi problemi

L’inflazione morde a apre a nuovi potenziali rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Nello specifico alcuni Paesi europei come Spagna a Francia nelle ultime settimane hanno registrato un forte rialzo dei prezzi, sorprendendo anche gli analisti. Cresce l’indice dei prezzi al consumo a Parigi oltre le previsioni: su base mensile l’aumento è di quasi l’1%, mentre su base annua l’incremento registrato è dello 0,1%.

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Mutui in Italia: nel 2022 in calo le domande

In Italia nel 2022 sono calate le domande di mutuo. La flessione registrata è pari al 21% rispetto all’anno precedente ma salgono i volumi, che l’anno scorso hanno toccato il massimo degli ultimi anni con un importo medio di 143.000 euro circa, in crescita del 5,2%. La domanda è stata penalizzata fondamentalmente per due motivi: aumento dei tassi di interesse e minore apertura delle famiglie al ricorso al credito per via del clima di insicurezza sul fronte geopolitico e macroeconomico.

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Cyber-criminali, le aziende devono vigilare: di Francesco Megna

Capita frequentemente di ricevere notizie relative a truffe o furti di identità digitale. I cyber-criminali e i tradizionali malviventi, in possesso di importanti competenze informatiche, entrano nei computer con l’obiettivo di forzare i sistemi informatici di imprese e privati, bloccare l’accesso ai dati o danneggiarli, per poi minacciare la vittima ed estorcere denaro. Basta pensare che negli ultimi cinque anni gli attacchi andati a buon fine con finalità di tipo di malware che limita l’accesso del dispositivo che infetta, richiedendo un riscatto da pagare per rimuovere la limitazione, sono più che triplicati.

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Venerdì 16 Dicembre alla Caserma “Goito-San Gaetano” di Brescia presentato il Calendesercito 2023

Presentato Venerdì 16 Dicembre alla Caserma “Goito-San Gaetano” di Brescia, Il Calendesercito 2023, dal titolo ” A testa alta’ ..da Porta San Paolo a Mignano Monte Lungo i 98 giorni che portarono alla riscossa”. Quest’anno si è scelto di riflettere sul ruolo del nostro esercito dopo l’8 Settembre 1943. A 80 anni di distanza da quegli eventi, l’opera vuole narrare cosa avvenne nei giorni che seguirono l’armistizio, quando i soldati italiani con coraggio e determinazione continuarono a lottare per ostacolare l’aggressione tedesca. In soli 98 giorni l’Esercito Italiano ha infatti saputo reagire, combattere e vincere a Mignano Monte Lungo, rientrando in linea con il I Raggruppamento Motorizzato per liberare il Paese…a testa alta.

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Il complesso tema dei pagamenti

La discussione sul nuovo tetto al contante e l’abolizione delle multe per il mancato rispetto dell’obbligo del Pos per i nostri esercenti hanno imposto l’attenzione nel nostro Paese sul tema dei pagamenti. Il settore è in grande fermento: crescono i pagamenti in tempo reale e quelli digitali, in un contesto di aumentata competizione tra Istituti di Credito, Fintech e colossi della tecnologia. In base all’analisi condotta da Deloitte, ad oggi i maggiori trend nel settore dei pagamenti si dividono in quattro categorie, tutte riferibili alla tecnologia digitale.

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Il Covid ha favorito l’utilizzo dei pagamenti digitali

La pandemia ha favorito il cambiamento delle abitudini di acquisto dei consumatori, che progressivamente stanno limitando l’utilizzo dei contanti, privilegiando i pagamenti digitali con le carte di debito, le carte di credito e le app che consentono il trasferimento di denaro. Il nostro Paese si sta così avvicinando agli altri paesi europei decisamente più digitalizzati, malgrado un contesto macro-economico complicato. Lo scorso anno c’è stato un rilancio rapido e diffuso dell’uso di alcuni tipi di carte: le transazioni con la carta di debito sono cresciute del 26%, mentre quelle con carta di credito del 12% circa.

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La Fed ha provveduto ad alzare il tasso sui fondi federali di 75 punti base

Malgrado l’annunciata frenata della spesa e della produzione la Fed ha provveduto ad alzare il tasso sui fondi federali di 75 punti base, rispettando le previsioni degli addetti ai lavori. Il nuovo range è 2,25-2,5%, deliberato con voto unanime. Nessuna reazione turbata sui mercati, che avevano anticipato la decisione. “I recenti indicatori di spesa e produzione si sono mitigati. Malgrado ciò, negli ultimi tempi l’aumento dei posti di lavoro è stato consistente e il tasso di disoccupazione è rimasto basso, si legge nel comunicato del Fomc, “l’inflazione rimane alta, a causa degli squilibri della domanda e dell’offerta legati alla pandemia, all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia e a pressioni più ampie sui prezzi”.

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