Elezioni politiche: comunque vada deciderà la Bce

La pace fiscale rimane un passaggio ineludibile per favorire l’emersione dell’intera base economica, reddituale e patrimoniale, e per riattivare un patto leale con l’erario valevole per il futuro. Ma essa porterà in dote al massimo 70 miliardi e non subito nei primi 12 mesi di legislatura. Per questo i reali margini di manovra saranno in capo alla Eurotower di Francoforte e alle garanzie che Lagarde sarà in grado di concedere ai nostri buoni del tesoro poliennali.

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Risultati dell’indagine della BCE sui professionisti delle previsioni per il terzo trimestre del 2022

Le aspettative di inflazione IAPC sono state riviste al rialzo su tutti gli orizzonti. Le aspettative di crescita del PIL reale sono riviste al ribasso per il più breve termine, ma per il resto sostanzialmente stabili. Le aspettative sul tasso di disoccupazione sono riviste al ribasso per tutti gli orizzonti. Nell’indagine della Banca centrale europea (BCE) sui professionisti della previsione (SPF) per il terzo trimestre del 2022, gli intervistati hanno rivisto al rialzo le proprie aspettative di inflazione per tutti gli orizzonti. Per il 2022, 2023 e 2024, questi si attestano rispettivamente al 7,3%, 3,6% e 2,1%, 1,3, 1,2 e 0,2 punti percentuali in più rispetto al precedente round di indagine. Secondo gli intervistati, le revisioni al rialzo riflettono principalmente l’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari, ma anche il trasferimento più forte del previsto degli aumenti dei costi di input.

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Il Senato manda in frantumi lo scudo di Draghi: risale lo spread, occhi puntati su Francoforte che accelera sui tassi

Mentre deve essere verificata sul campo l’efficacia dello scudo anti-spread della BCE di Christine Lagarde, di certo fin qui vi è che il voto di palazzo Madama di mercoledì sera ha mandato in frantumi lo scudo di Draghi: già di prima mattina, ieri, alla riapertura dei mercati, il differenziale dei rendimenti tra Bund tedeschi e BTP italiani rialzava la testa attestandosi sui 230 punti base, e secondo gli analisti lo stesso potrebbe aggravarsi ancora portando i nostri buoni del Tesoro pluriennali a scenari da tragedia greca, scritta non da Omero ma da quanti tendono a una loro monetizzazione massiva oppure a lucrare cedole più vantaggiose in sede di rinnovo delle emissioni di titoli.

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La Croazia entrerà a far parte dell’area dell’euro il 1o gennaio 2023

Il Consiglio dell’Unione europea ha formalmente approvato l’adesione della Croazia all’area dell’euro il 1o gennaio 2023 e ha fissato il tasso di conversione della kuna a 7,53450 per un euro, medesimo livello della parità centrale della moneta croata nell’ambito dei nuovi Accordi europei di cambio (AEC II). La Banca centrale europea (BCE) e la Hrvatska narodna banka hanno concordato di seguire l’andamento della kuna nei confronti dell’euro sul mercato valutario fino al 1o gennaio 2023.

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Dio (e i mercati) salvi Lady euro

L’Europa comunitaria si appresta a entrare in una economia di guerra nel peggiore degli scenari. La locomotiva tedesca non ha letteralmente più carbone da ardere nella caldaia necessaria alla trazione della sua poderosa industria, e la venuta meno dell’operatività del Nord stream appare troppo repentina per essere nel breve periodo sostituita da altre infrastrutture di approvvigionamento di idrocarburi o loro sostituti. Le associazioni delle municipalità della Germania federale hanno lanciato l’ipotesi di un drastico razionamento nei consumi elettrici estivi, poiché questo sarebbe il solo modo per recuperare un polmone di energia per una stagione invernale densa di incognite.

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Vade retro Spread: la BCE attenua l’odiato differenziale BTP-BUND. Riuscirà a calmierare pure la “Tassa inflazione”?

Citando la letteratura di Luigi Einaudi e quella di Beppe Ghisolfi, fra loro combinate e integrate, sono due le tasse improprie che la BCE ha il potere di calmierare, facendo ricorso a una politica monetaria variamente mixata, modulata e ponderata; non lasciata a se stessa, ma necessariamente coordinata con le scelte economiche e fiscali dei decisori politici, i quali però nei vari Paesi della UE sembrano impegnati più sulle elezioni appena svolte – come in Francia – e su quelle da svolgere – come in Italia.

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Angelo de Mattia elogia Beppe Ghisolfi: Educazione finanziaria fondamentale per capire le mosse della Bce

Il prestigioso editorialista di Milano finanza conferma i propri obiettivi elogi all’operato librario del Banchiere scrittore: “La banca centrale europea ha per statuto l’obbligo di perseguire la stabilità dei prezzi, altro è auspicare una riforma dei trattati UE per coordinare politica monetaria e politica economica, ma contestare l’aumento dei tassi di riferimento di per sé è sbagliato”. Angelo de Mattia, prestigiosa firma di Milano finanza e titolare della seguita rubrica “Contrarian”, è intervenuto con la consueta e riconosciuta autorevolezza sul tema del ruolo più recente svolto dalla BCE per restituire alla politica monetaria la funzione di controllo del livello generale dei prezzi.

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Lagarde sposa la realpolitik: la BCE taglia le ali ai rialzisti dello Spread

La presidente della BCE porta in approvazione la proroga mirata del piano antipandemico PEPP per fermare la corsa dei differenziali nei rendimenti di BTP e Bund. Rimane da chiedersi come mai, nell’arco degli ultimi due anni, prima con l’avvento dello shock del Covid e ora con il rischio di forti recessioni da economia di guerra, la massima rappresentante della Banca centrale di Francoforte abbia, con le proprie dichiarazioni tra l’incauto e il non ponderato, esposto il nostro Paese ad altrettanti forti scossoni speculativi, tanto da rendere necessario, nella primavera del 2020, l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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Lo spread? Una tassa – come la definì Beppe Ghisolfi – che rischia di costarci 26 miliardi annui

Le mancate rassicurazioni della presidente della BCE, Christine Lagarde, hanno legittimato i movimenti speculativi esterni a prendere di mira i titoli sovrani italiani, di fatto anticipando le prossime manovre della politica monetaria di Francoforte. Lo spread? Per conoscerne e comprenderne in pieno la corretta definizione, e implicazione pratica, il rimando opportuno e necessario è alla produzione manualistica del Banchiere scrittore Beppe Ghisolfi. Soltanto così è possibile decodificare quanto sta succedendo sulle piazze finanziarie a seguito delle dichiarazioni della presidente della BCE Christine Lagarde, nelle quali il non detto prevale per importanza sulle parole pronunciate.

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Finito lo scudo sui BTP, la BCE si concentra solo sui tassi: rimarrà la scelta fra spread e inflazione?

Dagli analisti internazionali il monito a Lagarde: cautela sull’aumento del costo del denaro, il carovita dipende dalle importazioni. All’inizio saranno 25 punti base, che tradotti corrispondono a una percentuale dello 0,25 in cui consisterà, in questa prima fase, l’aumento del costo del denaro a cui Francoforte sta lavorando per predisporre lo scudo contro l’inflazione galoppante. Allo stesso tempo, finisce in soffitta il quantitative easing, ossia lo strumento di acquisto massivo dei titoli di Stato ideato da Mario Draghi, quando era al vertice della BCE prima di Lagarde, con l’obiettivo di proteggere i Paesi della zona Euro più esposti alla volatilità dei mercati e di mettere in circolo un livello di liquidità utile a rilanciare consumi e investimenti fino al raggiungimento di una soglia fisiologica di inflazione tra il 2 e il 2,5 per cento al di sotto della quale sarebbe scattata la recessione.

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