Gli under 40 prediligono quest’ultima forma di investimento (oltre il 50% sottoscrive un PAC) mentre il 70% dei Boomers sceglie di investire in PIC (versamento in un’unica soluzione). Tra i fondi italiani, i fondi flessibili vengono sottoscritti dal 40% degli italiani; al secondo posto si collocano gli obbligazionari (25%), seguiti dai bilanciati (22%) e dagli azionari (10%). Tra i fondi esteri prevale invece l’azionario (50%). Gli obbligazionari si assestano intorno al 30% mentre cala la componente flessibile e bilanciata.
Il 95% dei fondi viene sottoscritto in banca mentre l’età media dei sottoscrittori supera di poco i 60 anni. I boomers pesano per circa il 40% del totale, mentre la Generazione X per il 30% circa. Seguono gli ultrasettantenni col 19% e infine i più giovani con l’11% circa. L’importo dell’investimento varia con l’età. Gli ultrasettantenni per esempio registrano un investimento medio intorno ai 70.000 euro, i boomers 55.000 euro, la Generazione X investe mediamente 35.000 euro, i Millennials 20.000 euro. La metà circa del patrimonio è quindi riferibile ai Boomers mentre il 25% appartiene alle generazioni più anziane.

Si è oramai annullata la differenza tra uomo e donna nel panorama dei sottoscrittori italiani così come l’investimento medio si sta lentamente avvicinando nei valori (45.000 gli uomini; 42.000 le donne). Interessante osservare le diverse aree geografiche ove si concentrano i sottoscrittori dei fondi. La regione col più elevato tasso di partecipazione è l’Emilia Romagna, seguita da Lombardia, Piemonte e Liguria. Queste sono anche le regioni con l’investimento medio più alto e prime anche per investimento complessivo. Più in generale, 2/3 dei sottoscrittori risiede nel Nord Italia, il 20% nel Centro mentre la quota residua risiede al Sud e nelle Isole.
Francesco Megna
Referente commerciale in Banca