Il distretto di Tetovo, 84.000 abitanti che salgono a 124.000 residenti di comprensorio, fa parte della regione statistica del Polog, dove risiedono oltre 250.000 persone gravitanti, a livello urbano, sui Comuni di Tetovo, appunto, e di Gostivar.
La circostanza della caratteristica del Polog come regione albanofona del territorio statale macedone, in virtù della sua diretta prossimità geofisica al Kosovo a nord e all’Albania a ovest, assume un simbolismo molto forte nel contesto della missione costitutiva degli ambasciatori per la pace riuniti nella WOA e confluiti nei Balcani occidentali per la terza assise congressuale consecutiva dopo quelle svolte con analogo successo di adesioni e di attestati prima a Tirana e poi a Pristina.
Missione che, valorizzando la radici storiche, le complementarietà economiche e il dialogo interreligioso che rappresenta a propria volta un unicum identificativo nel west Balkans, si prefigge di offrire alle Istituzioni decisionali, governative e diplomatiche, un appassionato contributo sussidiario al rafforzamento dei lungimiranti progetti in atto volti alla creazione di uno stabile spazio comune sovranazionale di cooperazione tra i Paesi limitrofi di una macroregione fondamentale da almeno due punti di vista: il consolidamento in via definitiva dei livelli di sicurezza e di stabilità per l’intero Continente europeo, inteso nella sua connotazione geografica più ampia e inclusiva dell’accezione di Bruxelles; e il perfezionamento delle strategie, fatte proprie dai governi della UE e dalla Commissione Von der Leyen dopo lo shock pandemico del 2020 e quello bellico del 2022, orientate all’accorciamento delle filiere produttive e alla reindustrializzazione dei territori di prossimità alle case madri manifatturiere.
In un simile contesto, la particolarità macedone e dell’area del Tetovo, compreso quindi il Comune di Tearce, fa sì che si possano attuare, con un rilevante beneficio di impatto sociale, occupazionale e di modernizzazione dei mercati, programmi e progetti di collaborazione Italo balcanica in ambiti qualificanti come la produzione agroalimentare, con una speciale attitudine ai piccoli frutti e al lattiero caseario, la lavorazione del legno, lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, sia alternative che tradizionali, le costruzioni edilizie e infrastrutturali. Obiettivi facilitati dalla cooperazione tra i Governi dei Paesi della Regione – a partire da Open Balkans – e dal comune sentiero di negoziato ufficiale con Bruxelles avviato un anno fa dai primi ministri Edi Rama per l’Albania e Dimitri Kovacevski per la Macedonia del Nord.
La nostra redazione è stata molto onorata di seguire ogni singolo passaggio, trascorso, presente e prossimo, della WOA nel contesto balcanico, poiché il traguardo della piena inclusione della complessiva area sovranazionale estesa oltre l’Adriatico nelle istituzioni europee, è determinante per tendere a quel Mediterraneo allargato che crea dialoghi e previene divisioni.
“Si è trattato, dopo le analoghe conferenze svolte a Tirana e a Pristina, caratterizzate da adesioni e incontri di elevato livello diplomatico e amministrativo locale – ha commentato il cavalier Giuseppe Prete, nel corso della propria intervista rilasciata a Durazzo in Albania, tappa intermedia prima di valicare il confine in direzione del Tetovo – di contribuire, in pieno spirito volontaristico e nella consapevolezza di come la via di un negoziato non interlocutorio ma decidente sia la sola praticabile e sostenibile, a far sì che il cammino di integrazione comunitaria e istituzionale europea sia tale da ricomprendere, nel reciproco riconoscimento, tutti i Paesi balcanici, nessuno escluso. In tal modo e a regime avremo ottenuto lo storico risultato, perfettamente coerente con la missione degli Ambasciatori per la Pace – uomini e donne, imprenditori e intellettuali, professionisti e personalità delle istituzioni libere e di buona volontà – di accelerare sulla via della creazione di uno spazio di libero scambio economico, sociale e culturale perfettamente collocato nel contesto ovest atlantico e definitivamente affrancato dal rischio di sempre incombenti influenze esterne acuite dalla guerra russa in Ucraina oltre che da ragioni molto risalenti e connesse a un non sempre incisivo impegno dell’Italia e dell’Europa occidentale. La WOA agisce secondo uno spirito sussidiario sociale e istituzionale, coadiuvando le competenti autorità pubbliche e collaborando lealmente con le stesse per il migliore conseguimento degli obiettivi di estensione delle condizioni standard essenziali di sicurezza, stabilità e solidarietà mutualistica tra i Popoli e tra le Nazioni. La caratteristica dei Balcani occidentali, di Paesi come Albania, Kosovo e Macedonia del Nord, di basare la propria convivenza domestica su una solida tradizione di mutualità religiosa, è una qualità per nulla scontata altrove e quindi ulteriormente virtuosa, poiché è assoluta convinzione di WOA che un contributo decisivo alle soluzioni di Pace vera, soluzioni in grado di non gravare su Popoli inermi e di neutralizzare i totalitarismi, possa provenire dal dialogo interfedi e tra le varie confessioni. Sono altresì infine lieto che la nostra missione sia stata temporalmente coincidente con la cerimonia di incoronazione di Re Carlo III a Londra, in virtù del rapporto di leale collaborazione esistente fra Londra e le cancellerie balcaniche e dell’accento posto dal nuovo Sovrano Britannico sui temi della sostenibilità ambientale e del dialogo tra le Confessioni”.