La lezione dell’Albania: inflazione media in calo al 5,3

Oltre Adriatico, le azioni volte al contenimento delle componenti speculative internazionali dell’alta inflazione, occorsa in particolare lungo il 2022, hanno creato i propri virtuosi effetti, certificati in ultimo dalla Banca centrale d’Albania: nel Paese delle Aquile, infatti, con riferimento al mese di marzo, l’inflazione media è calata al 5,3 per cento, mentre quella di tipo “core” è oramai stabilmente sotto il 7 attestandosi al 6,49.


La differenza tra le due tipologie di tassi è che nel primo caso viene inglobata la variazione intervenuta nei prodotti e nelle materie prime a più alto tasso di volatilità, come quelle energetiche e alimentari, mentre nella seconda circostanza viene fatto riferimento a un paniere che ingloba beni e servizi le cui quotazioni dipendono più strettamente dalla domanda interna.

La discesa dell’inflazione media al 5,3 per cento, pertanto, certifica l’obiettivo successo delle politiche attuate dal governo Rama, con le ministre Belinda Balluku all’energia e Delina Ibrahimaj alle finanze, per il contenimento, sia emergenziale che strutturale, dell’incidenza delle tariffe soprattutto elettriche sull’economia domestica, con il contributo ulteriore del calo dei listini praticati sui carburanti.

L’indicatore di tipo “core”, pertanto, rappresenta il valore con le maggiori caratteristiche di stabilità del livello generale dei prezzi, e su di esso si concentra maggiormente l’attenzione della Banca centrale d’Albania per le decisioni che devono essere assunte sul versante della politica monetaria, non disgiunte da quelle di politica economica e fiscale che competono alle autorità governative.

Su quest’ultimo versante, le più recenti decisioni assunte dal Consiglio dei Ministri su impulso del Premier Edi Rama, per elevare il salario minimo legale a 360 euro mensili nel settore privato e per definire un cammino di aumento della paga media mensile a 900 euro al mese nella pubblica amministrazione, si prevede che apporteranno un sostegno alla domanda interna di beni e servizi, accompagnando però la stessa da maggiori pressioni inflazionistiche.
Per questo motivo sarà fondamentale gestire con attenzione il nodo della produttività del lavoro e della maggiore efficienza dell’organizzazione sia nelle aziende che negli enti pubblici, per mantenere sotto controllo il livello generale dei prezzi senza un eccessivo ricorso a scelte monetarie restrittive.

Per intanto, nella scorsa settimana a Washington, in occasione della periodica riunione del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, il Governatore Sejko e la Ministra Ibrahimaj hanno preso parte a un ciclo di colloqui con i massimi dirigenti di tali istituzioni finanziarie, delegati ai rapporti con i Paesi dei Balcani occidentali e dell’Europa sud orientale.

I due rappresentanti dell’Albania hanno pertanto illustrato il livello di avanzamento delle riforme a oggi adottate, avviate o portate a termine negli ambiti della fiscalità e del miglioramento funzionale dei settori dello Stato. Con orgoglio si sono evidenziati i risultati che hanno condotto a una crescita media dell’economia nazionale nettamente superiore al 4 per cento, conseguita facendo fronte agli effetti del terremoto del 2019, della pandemia da coronavirus del 2020 e dell’attuale crisi dei prezzi seguita al conflitto russo in Ucraina.
Molto rilevante è stato il colloquio con la dottoressa Antonella Bassani, vicepresidente della Banca mondiale con delega all’Europa e all’Asia centrale.

L’editoriale di AZ

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