Quali insegnamenti lascia il fallimento della Silicon Valley Bank?

Oggi parliamo di banche italiane ed europee. Cosa potrà succedere dopo il fallimento della Silicon Valley Bank, il crollo della Credit Suisse e l’effetto che i credit swap default hanno avuto sulla Deutsche Bank? Ci si domanda a questo punto cosa è pronta a fare la BCE in caso di contagio tra le banche europee. Gli strumenti di liquidità nella nostra ‘cassetta degli attrezzi’ sono pronti per essere riutilizzati? Ciò che resta fermo, nella politica della Bce, è l’obiettivo di riportare l’inflazione al 2%. L’Ue si è data 2 anni di tempo per raggiungere questo risultato. Ma la traiettoria dell’inflazione è molto più importante del semplice raggiungimento dell’obiettivo del 2%.

L’inflazione complessiva diminuirà piuttosto rapidamente nei prossimi 6-7 mesi – prevede la BCE – poiché gli effetti di base giocano a favore di una rapida riduzione dell’inflazione. In questo senso il calo dei prezzi dell’energia svolgerà un ruolo molto importante. Un altro aspetto da considerare è la politica fiscale e il modo in cui le misure di sostegno fiscale evolvono nel tempo. Queste misure possono essere positive e ridurre l’inflazione a breve termine, ma una volta che inizieranno a essere ritirate nel 2024, ci si potrà aspettare l’effetto opposto.

I tassi di interesse aumenteranno ancora? Riguardo al sistema delle banche Ue, a marzo la Bce ha alzato ulteriori 50 punti base e ciò che accadrà nei prossimi mesi è tutto da capire. Il sistema delle banche in Italia è sicuro? Anche in Italia intanto è palpabile la preoccupazione per un possibile contagio al sistema bancario. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha rassicurato, parlando di sistema bancario solido: “Il Governo monitora, controlla, ma devo dire che il sistema bancario italiano appare solido, i problemi stanno altrove, naturalmente non trascuriamo il fatto che in un mercato globale come quello finanziario l’infezione può dilagare, quindi quello che fa il governo con le autorità di vigilanza è stare in continuo contatto e dare quello che è giusto dare come governo, cioè un segnale di fiducia e sicurezza ai risparmiatori”, ha aggiunto. “Il Governo è sempre pronto per i provvedimenti: siamo inseriti in un sistema come quello europeo che ha delle regole e un sistema di controlli, ma ribadisco che fino a questo momento per quanto riguarda il sistema bancario non abbiamo segnali di preoccupazione”.

Arriviamo agli aumenti dei tassi decisi dalla Bce negli ultimi 9 mesi. Sono stati più limitati dell’impressione che essi hanno determinato, perché ci si era abituati agli infimi tassi d’interesse di molti anni, di gran lunga i più bassi di tutta la storia dell’Italia unita. Patuelli( ABI) ricorda come i tassi ufficiali Bce, pur cresciuti più delle stesse iniziali previsioni, sono ora al 3,5%, inferiori al 4,75%-5% degli Usa, al 4% della Gran Bretagna e a quelli di altri Paesi europei che non appartengono all’euro, come la Polonia (6,75%), Ungheria (13%), per non parlare della Russia (7,5%) e della Turchia (8,5%) e di tanti altri Paesi non europei.

Non basta – dice – garantire le importantissime stabilità della moneta e delle banche, ma occorre anche evitare i rischi di nuove recessioni e favorire in vario modo il sostegno allo sviluppo e all’occupazione. In conclusione le banche sono il volano dell’ economia e l’educazione finanziaria è la cultura che muove verso giuste scelte. Bisogna avere uno sguardo verso il futuro e in questo momento storico utilizzare la leva del prestito bancario per investimenti nel lungo periodo non rappresenta una scelta redditizia considerando gli attuali tassi di interesse.

Il fallimento della SVB, può darci degli insegnamenti, il primo insegnamento è quello di pensare alla diversificazione, poiché nei propri investimenti la banca in questione si è focalizzata solo su un determinato ramo di business e su una determinata area geografica. In questo caso le start up Hi Tech e la California; questo era un business che funzionava esclusivamente in una situazione di tassi a Zero. Nel momento in cui i tassi sono aumentati i risparmiatori hanno preferito uscire dal business delle start up ed investire la propria liquidità su investimenti immediatamente profittevoli.

Il secondo insegnamento riguarda gli investimenti in bond governativi della SVB anche questi collegati a una situazione di tassi di interesse a zero. Estendendo il ragionamento concludiamo dicendo che le banche italiane ed europee hanno asset class diversificate distanti dai modelli di business di alcune banche americane per cui: meno a rischio.

Angelica Bianco, editorialista

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