L’Italia si consola con l’energia green: dalla maggiore flessibilità UE 45 miliardi entrano in corsia accelerata

Il ministro per l’ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo allo studio della fondazione Enel sulla strategia elettrica e sulle prospettive per la filiera del made in Italy da qui al 2030, he delineato l’avvio di una corsa destinata a portare in dote al settore delle fonti rinnovabili una cifra complessiva che si attesta sui 45 miliardi di euro.


E se il 2030 è il traguardo finale da centrare, sono molto più ravvicinati i punti di arrivo intermedi attraverso i quali il governo Meloni, e il dicastero del senatore Pichetto, si prefiggono di apportare fondi spendibili con procedure trasparenti e semplificate alle industrie e agli investitori del settore.

Proprio nella entrante settimana, il Consiglio dei Ministri porterà in approvazione a palazzo Chigi un pacchetto di agevolazioni procedurali e tempistiche a valere sul capitolo specifico delle energie verdi, con l’obiettivo di rendere spendibili con efficacia gli undici miliardi stabiliti dal Pnrr – il recovery plan post covid per la transizione ecologica – negli ambiti della mobilità sostenibile e della produzione elettrica da fonti eoliche e fotovoltaiche.

Come ha evidenziato il ministro di Forza Italia, grazie ai soldi inclusi nella misura in oggetto verranno avviati interventi che spaziano, in sostanza, dalla posa di 21.000 colonnine di ricarica per auto, all’acquisto di bus a trazione elettrica di ultima generazione; dalle attività di ricerca e sviluppo sul fronte delle batterie, all’installazione di pannelli agri-voltaici passando per la localizzazione di impianti di una certa dimensione inclusi quelli in modalità “off shore”.

Fin qui si tratta di attuare il Pnrr, ma non è l’unico filone finanziario valevole nel campo delle “green energies”: entro il prossimo 30 aprile, infatti, verrà messo a punto il procedimento europeo che permetterà di rendere spendibili gli ulteriori fondi programmati in sede di RePowerEu, lo strumento individuato dalla Commissione von der Leyen con l’obiettivo di percorrere con maggiore determinazione la strada della sovranità energetica del vecchio Continente in maniera totalmente affrancata dalle fonti fossili di derivazione diretta o indiretta russa.

Non si parla di importi residuali, tutt’altro: “Una prima tranche pari a 9 miliardi sarà finalizzata alla predisposizione di soluzioni tecnologiche per accrescere la diversificazione degli approvvigionamenti e gli standards del risparmio energetico – sottolinea infatti Pichetto – mentre altri 4 miliardi proveranno dalla riassegnazione di una quota parte della programmazione comunitaria rimasta inutilizzata per il periodo 2014-2020”.

In terzo luogo, a contribuire al raggiungimento delle finalità ecocompatibili saranno anche le imprese e le compagnie appartenenti ai settori energivori: il titolare del dicastero che fu della transizione ecologica ha in proposito annunciato che un ammontare di liquidità per un totale di circa 20 miliardi, in pratica quasi il doppio della dote del Pnrr, proverrà dagli esiti dell’asta per l’assegnazione dei certificati ETS di autorizzazione all’emissione di biossido di carbonio. Questi ultimi sono titoli che vengono negoziati sui mercati secondari e di cui fanno richiesta quelle aziende bisognose di un certo quantitativo di fonti fossili per fare fronte ai propri fabbisogni produttivi.

“In pratica – è la conclusione del ministro Pichetto Fratin – sono alcune decine di miliardi con le quali possiamo fondare un autentico piano Marshall delle energie rinnovabili con finanziamenti dedicati alla riconversione green delle filiere industriali e a nuove iniziative di industrializzazione di processi e prodotti destinati a potenziare strutturalmente i requisiti di autonomia e indipendenza italiana da approvvigionamenti esterni. Il complesso delle rinnovabili dovrà garantire all’azienda Italia da 8 fino a 10 gigawatt annui per giungere con le carte in regola alla scadenza del 2030 e consolidare il nostro Paese come piattaforma energetica di rilievo continentale”.

Nei giorni scorsi, Pichetto è stato alla conferenza di Baku, la capitale dello Stato di Azerbaijan in Medio Oriente, Paese di partenza del gasdotto Tap, per prendere parte alle discussioni finalizzate a condurre a successo l’iter di raddoppio del corridoio transnazionale del metano nell’ambito del più generale e imponente progetto del corridoio meridionale del gas che dovrà portare in dote fino a 20 miliardi di metri cubi annui.

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