L’esatto contrario di quanto in via strumentale adombrato da certa opposizione a cui, seppure in maniera garbata e indiretta, ha fatto riferimento la Vicepremier e Ministra delle infrastrutture onorevole Belinda Balluku, laddove, alla conferenza stampa svolta lunedì mattina, ha dichiarato: “Non è stato un percorso semplice, ma ci siamo riusciti. Da oggi parte il cammino che condurrà all’investimento strutturale e ricettivo più importante dell’Albania e, storicamente, dell’intera regione balcanica. Un investimento complesso e articolato in più filoni, destinato a cambiare la prospettiva di sviluppo di un’area vasta che ha qui la propria porta d’ingresso sia naturale che, da adesso, attrezzata sul piano delle opere pubbliche funzionali di accoglienza e ricettività”.
La conferenza stampa ha consentito la piena pubblicità della fase di stipulazione dell’accordo che accende il semaforo verde all’esecuzione del progetto Durres Marina Yachting incentrato sulla straordinaria iniziativa dell’imprenditore Mohamed Alabbar, il quale ha siglato i memorandum d’intesa con il viceministro dell’economia e delle finanze onorevole Besart Kadia e non ha celato la propria emozione: “Questo progetto è uno di quelli dei quali vado più fiero – ha dichiarato Mohamed Alabbar, proprietario della società Emaar con sede a Dubai negli Emirati Arabi Uniti – perché avrà un effetto moltiplicatore sul lavoro e sullo sviluppo locale e intende creare la più bella infrastruttura turistica, portuale e residenziale di tutto l’Adriatico, consentendo investimenti immobiliari accessibili a un alto numero di piccoli e medi risparmiatori e restituendo alla comunità locale un insieme di beni pubblici di straordinario valore totalmente riqualificati e fruibili”.
Non solo: il progetto della portualità connessa all’attracco delle imbarcazioni, che sarà concretizzato nell’attuale sito portuale, creerà le condizioni per la compiuta ricollocazione del settore mercantile in un distretto portuale autonomo dal primo e del tutto rinnovato, oggetto di un ulteriore progetto indipendente ma inevitabilmente correlato al primo, e destinato a sorgere a Porto Romano, cinque chilometri più a nord del centro di Durazzo, sulla base di un progetto redatto dal rinomato studio olandese Royal Haskoning: un’area a vocazione totalmente mercantile e che sarà collegata sia al Kosovo che alla Macedonia del Nord tramite la riattivazione, rigenerazione e ripristino delle linee ferroviarie in direzione di Pristina e di Ocrida e Struga.
“Parliamo di un intervento che si svilupperà su 450 ettari e che sarà impostato come zona franca economica e industriale, innovando per sempre il volto dell’Albania di fronte alla comunità internazionale degli investitori – ha aggiunto la Vicepremier Balluku -. Non a caso questa duplice programmazione e diversificazione funzionale, tra l’attuale porto e il futuro assetto di porto Romano, ha suscitato verso quest’ultimo l’interesse della NATO e dei Paesi che ne fanno parte”.
In tale contesto, la Ministra Balluku ha inteso rivolgere un pubblico ringraziamento al direttore generale dell’autorità portuale di Durazzo, Pirro Vengu, per l’eccellente opera di collaborazione alle varie fasi che hanno condotto all’accordo infine siglato, e per le attività che, nel corso dei cantieri adesso avviati, permetteranno al porto attuale di conservare la propria operatività a sostegno del turismo e del commercio.
Dal momento che una quota rilevante dell’investimento turistico, nel sito logistico marittimo attuale, è finanziata per il tramite del dinamismo del mercato immobiliare, l’onorevole Balluku ha inteso ringraziare il gruppo di lavoro della Durres Marina Yachting, in quanto le manifestazioni di interesse, nei confronti dell’acquisto di unità residenziali e terziarie che partono da un valore di 100.000 euro, stanno provenendo sia da cittadini residenti in Durazzo e Tirana, sia dai nostri numerosi connazionali che formano la grande e diffusa comunità della Diaspora albanese nel mondo”.
Un inciso conclusivo, Belinda Balluku ha voluto dedicarlo alla particolare struttura giuridica della società che sarà chiamata a preordinare le operazioni esecutive del progetto turistico marittimo: “Una compagine mista, nella quale lo Stato della Repubblica d’Albania avrà una quota pari al 30 per cento con un ruolo di presidio dei beni pubblici e con i diritti di un azionista forte dal punto di vista dei dividendi e dei redditi che alimenteranno il bilancio pubblico. Le banchine, il bacino e il porto canale, rimarranno di proprietà pubblica statale, e con essa il 45 per cento della odierna area portuale vasta, che sarà ripulita e restituita a cittadini e turisti”.