Energia, il meccanismo taglia-bollette farà primavera: meglio tardi che mai

Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, preso atto che la copertura degli aiuti della manovra di bilancio si esaurirà a fine inverno, annuncia un nuovo intervento che ricalca le buone prassi seguite da Nazioni alleate come Germania e Albania. Provvedimenti che avrebbero consentito una immediata tutela delle classi medie se fossero stati adottati prima di Natale a parità di risorse impegnate.


Il meccanismo “taglia bollette” come la rondine, è destinato a fare primavera. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire se non fosse che una più tempestiva accoglienza delle migliori buone prassi adottate altrove in Europa, con le stesse risorse finora impiegate nel bilancio dello Stato (i famosi 21 miliardi in deficit della prima manovra del governo Meloni), avrebbe consentito fin dall’inizio una più efficace ed esaustiva copertura delle classi medie lasciate invece in balia dei rincari incontrollati prima e durante l’approvazione dell’agognato “price cap” europeo.

A oggi, infatti, pur in presenza di un aggravamento della congiuntura internazionale e continentale causato dalle pressioni sui mercati finanziari olandesi che regolano le quotazioni finali del metano, l’esecutivo guidato dalla fondatrice di Fratelli d’Italia si è limitato a prorogare e integrare, modificando al minimo rialzo qualche requisito ISEE, le misure decise dal precedente corso di Mario Draghi a palazzo Chigi, e però confermando tali indirizzi soltanto per luce e gas (tutelate per i redditi fino a 15.000 euro) senza viceversa rinnovare gli sconti sulle accise dovute sui carburanti erogati dai benzinai.

Il risultato finale è stato che, nel primo caso, i redditi familiari fissi oltre i 15.000 euro hanno subìto il rincaro pieno, senza alcuno scudo, di luce e gas, con effetti destinati a gravare sulle morosità e quindi sui distacchi di utenza per l’inverno in corso, mentre nel secondo caso i gestori delle stazioni di servizio sono stati costretti a indire uno sciopero, infine svolto in misura ridotta, per tutelare la propria immagine dalle accuse di speculazione sui listini della benzina fatte rimbalzare da fonti governative.

Dopo questi due pesanti inciampi, il Governo ha pertanto deciso di correggere il tiro, con l’occasione del prossimo esaurimento dei fondi contenuti nella legge di stabilità e la cui insufficienza era stata già fatta presente dallo stesso Ministro delegato ai conti pubblici, Giancarlo Giorgetti. Il quale – nel mentre che sta concordando con il Premier Giorgia Meloni il prossimo pacchetto di nomine nelle società partecipate di Stato, tra cui quelle energetiche che verranno così più vincolate agli indirizzi di governo – ha anticipato che a partire dalla prossima primavera, a picco oramai disceso nei consumi di riscaldamento, sarà introdotto un criterio innovativo per tagliare il costo finale delle bollette sulle famiglie e farne uno strumento di premialità e di incentivazione al risparmio energetico.

Si tratta, è doveroso puntualizzarlo, di una anticipazione per modo di dire, poiché analoghi provvedimenti sono già da molto tempo vigenti nel resto dell’Europa, peraltro in Paesi nostri partner come la Germania di Olaf Scholz e l’Albania di Edi Rama. Ragione per cui alla nostra Presidente del Consiglio dei Ministri sarebbe bastato un consulto con il Cancelliere tedesco o con il Premier del Paese delle Aquile, durante il summit plenario della UE a Tirana, per prendere visione delle scelte di politica economica che in campo energetico erano state in precedenza assunte a Berlino piuttosto che a Tirana.

Scelte orientate a calmierare le bollette con un mix di misure volte, da una parte, a diminuire il peso specifico degli oneri di sistema (in pratica, il costo dell’infrastruttura di distribuzione dell’elettricità) e, dall’altra, a stabilire un sistema di calmierazione delle tariffe finali basato su scaglioni di consumo mensile per prevenire la trasmissione dell’inflazione sui piccoli consumatori domestici e aziendali e incentivare la comunità generale a razionalizzare l’uso dell’energia.

Il meccanismo delle soglie si è rivelato il più funzionale in assoluto al fine di proteggere proprio le fasce di reddito medio e medio-piccolo (di cui i consumi elettrici sono un indicatore), molto più di requisiti come l’Isee che non privilegiano affatto i comportamenti virtuosi in fatto di risparmio; e l’impegno di bilancio dello Stato italiano sarebbe rimasto invariato nella cifra totale da mettere in campo, con la sola differenza di un netto aumento del numero di famiglie che sarebbero state tutelate contro i rincari.

Il Ministro Giorgetti ha annunciato che il futuro meccanismo di determinazione delle fatture di luce e gas per le famiglie, sarà indicativamente ripartito e suddiviso in due fasi: una volta a calmierare la bolletta agendo in forma amministrata sul 70 o 75 per cento della tariffa; l’altra destinata a lasciare la restante quota tariffaria al libero andamento delle quotazioni di mercato.

L’onere a carico del ministero dell’economia e delle finanze diventa sostenibile in ragione dell’effetto generato dal tetto massimo al prezzo di importazione del gas, e dal minore livello di consumi indotto da una stagione invernale in gran parte mite.

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