Successo della conferenza nazionale di Trieste voluta dal nostro Vicepremier con l’adesione del Capo del governo Giorgia Meloni e degli Ambasciatori della rete diplomatica italiana oltre Adriatico. Il titolare della Farnesina: “La diplomazia economica è un pilastro decisivo per materializzare politiche di coesione e di pace durevole. Realizzeremo dei business forum affinché le imprese del made in Italy trovino nei Paesi balcanici un’area dove poter espandere le proprie attività consolidandosi nella madrepatria e creando sviluppo e benessere intorno a noi in Nazioni e terre amiche, favorendo contemporaneamente le condizioni affinché i distretti e le filiere industriali si possano riavvicinare e rilocalizzare in prossimità dei luoghi di origine”.
Martedì a Trieste, nel proprio messaggio di saluto e di introduzione alla conferenza nazionale dedicata al ruolo proattivo dell’Italia nei Balcani occidentali, il Capo del Governo Giorgia Meloni ha ribadito le stesse parole pronunciate il 6 dicembre scorso a Tirana durante il summit plenario dei 27 Paesi della UE per l’integrazione regionale, storicamente ospitato nella Capitale albanese.
“La famiglia europea non può più permettersi di tenere fuori dal proprio perimetro un’area di fondamentale importanza come i Balcani, la cui stabilità, prosperità e sicurezza va a beneficio dell’Italia e dell’intero Continente”. Ancora: “Il nostro Paese e il Governo che rappresento continueranno a portare a Bruxelles il proprio convinto sostegno alla causa dell’ampliamento dell’Unione alla macroregione balcanica, ampliamento che deve procedere con più slancio e che per noi forma una priorità sui molteplici piani economico, sociale e geopolitico”.
Giorgia Meloni, elogiando il merito della conferenza ispirata dal Vicepremier Antonio Tajani, ha sottolineato gli aspetti relativi agli scenari di rafforzamento espansivo della presenza industriale e commerciale dell’Italia e del made in Italy oltre Adriatico, valorizzando e utilizzando al massimo le opportunità offerte dai Paesi di destinazione che, come l’Albania ha evidenziato durante il summit di dicembre, esprimono nei nostri confronti una predilezione e una preferenza speciale. Non a caso, il Primo Ministro albanese Edi Rama organizzò l’accoglienza dei Capi di Stato e di Governo della UE proprio in piazza Italia che sorge nel cuore urbanistico e istituzionale della Capitale Tirana.
Il Primo Ministro Giorgia Meloni ha posto l’accento sull’importanza di un sempre maggiore ruolo e protagonismo delle nostre Istituzioni nel contesto dei Balcani occidentali, in sinergia e convergenza con quanto già sono impegnate a fare le imprese con i propri piani di investimento: “Non possiamo permetterci di essere preceduti da Nazioni con una minore esperienza di quella Italiana – ha ancora precisato Meloni come raccomandazione per il futuro prossimo – Per questo ci siamo già mossi con la Farnesina e con il Ministro Tajani sul fronte sia politico che economico”.
Il Ministro degli esteri, a conclusione dei lavori, ha espresso parole di elogio nei confronti degli Ambasciatori, delle imprese, delle forze militari che ogni giorno lavorano e prestano la propria opera nei Paesi d’oltre Adriatico, così come ha voluto indirizzare un messaggio di gratitudine a Intesa Sanpaolo, plaudendo alla funzione di sostegno proattivo svolta dal nostro dinamico settore bancario per sostenere l’internazionalizzazione e il benessere di imprenditori e cittadini connazionali.
“I Balcani sono un vettore determinante per attuare quelle politiche di riavvicinamento e di ricollocazione del patrimonio industriale, ricostruendo intorno all’Italia filiere e distretti e ponendo fine all’epoca delle delocalizzazioni. Queste ultime sono l’esatto opposto di una programmazione di rilancio produttivo diffuso e condiviso che siamo determinati a perseguire e concretizzare in partnership con le Nazioni balcaniche”.
Hanno partecipato, fra le molte autorità diplomatiche intervenute, gli Ambasciatori d’Italia in Albania, Fabrizio Bucci, in Kosovo, Antonello Deriu, in Macedonia del Nord, Andrea Silvestri, in Serbia, Luca Gori, in Montenegro, Andreina Marsella, in Bosnia Erzegovina, Marco Di Ruzza.