“Corrado ha portato l’umanesimo nel ruolo del Banchiere”: Beppe Ghisolfi a Piacenza per commemorare l’amico Sforza Fogliani, uomo di banca e di letteratura

Il Banchiere internazionale e scrittore dal Piemonte sarà presente come relatore, nel capoluogo provinciale emiliano, questo venerdì 27 gennaio alle ore 17, all’evento di anteprima del festival della cultura e della libertà, nel contesto di una sezione convegnistica specificamente dedicata alla memoria e al pensiero dello storico giurista, appassionato amministratore pubblico liberale e Presidente della Banca popolare piacentina improvvisamente scomparso un mese fa.

La conferenza, che sarà ospitata nella sala convegni “Panini” del Pala Banca Eventi, è stata predisposta per rappresentare un doveroso, commosso omaggio a una personalità che ha forgiato in maniera indelebile la prospettiva di sviluppo e di crescita, materiale e morale, del territorio di Piacenza in ottica non solo cittadina ma di area vasta, qualificando il ruolo della Banca come soggetto istituzionale aggregatore di competenze, talenti e vocazioni e acceleratore di progetti di recupero storico e di innovazione tecnica e metodologica orientata a efficienti iniziative economiche e a servizi sociali e culturali alla persona di alto valore.

Perché, nella visione umanistica, giuridica e bancaria dell’avvocato e consigliere comunale Corrado Sforza Fogliani, i settori del credito e dell’economia finanziaria, produttiva e sociale erano parte di una visione inseparabile e coordinata nella quale la sfida educativa, e quindi dell’educazione e della alfabetizzazione alla finanza, era il tratto filosofico e pubblicistico accomunante l’impegno e l’amicizia tra lo stesso Sforza Fogliani e il collega Banchiere e giornalista Ghisolfi.

Sono molte le ragioni, quindi, per essere a Piacenza il giorno 27 gennaio e anche nelle due giornate successive, alla rassegna di convegni e conferenze predisposta dal gruppo comunale dei liberali ispirato a Luigi Einaudi, dal quotidiano il Giornale, dall’associazione degli studenti europei per la libertà e dal centro studi economici e organizzazione di categoria della Confedilizia.

Punto di riferimento, quest’ultima, per il mondo dei piccoli proprietari e degli amministratori immobiliari di cui proprio Sforza Fogliani era instancabile animatore e massimo dirigente nazionale, nella consapevolezza di come proprio la tutela della Casa e l’incentivazione della proprietà privata fossero alla base di una seria e non assistenzialistica politica sociale e di una sempre moderna cultura della responsabilità individuale e dei diritti e doveri di ognuno.

Assieme a Ghisolfi, prenderanno la parola, come relatori, Giorgio Spaziani Testa, che ha ereditato da Sforza Fogliani la presidenza di Confedilizia, il giornalista Carlo Lottieri e i cultori della filosofia del liberalismo sociale Pierluigi Magnaschi e Antonino Coppolino.

Il festival della cultura della libertà sarà introdotto da Giuseppe Nenna, attuale Presidente della Banca di Piacenza, che del proprio illustre predecessore e maestro dell’arte di essere Banchiere ha detto: “È come se Corrado fosse ancora qui, assieme a noi. Fino all’ultimo giorno ha lavorato all’organizzazione di questo programma, e ciò assegna a noi una responsabilità ancora più incisiva e forte, per essere all’altezza delle attese e delle aspettative. Corrado ci ha insegnato a fare nostri i valori della libertà come vera radice della socialità, in antitesi allo statalismo purtroppo onnipresente”.

Corrado Sforza Fogliani ha condiviso con l’amico Beppe Ghisolfi una pluralità di eventi e di attività umanistiche, letterarie e congressuali sui temi della finanza educativa e del radicamento creditizio, due premesse e precondizioni essenziali alla tutela dei distretti economici locali e alla prevenzione dei rischi legati all’erosione del risparmio per effetto degli andamenti inflazionistici che – come è stato dimostrato dalle statistiche più recenti – colpiscono i redditi fissi, medi e medio piccoli in misura reale doppia del tasso di inflazione ufficiale. “Una tassa sulla povertà” come ebbe a definirla un altro grande statista e campione del liberalismo Luigi Einaudi, primo presidente eletto dell’Italia repubblicana e artefice del primo miracolo economico post bellico.

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