Il Cancelliere Giuseppe Prete lotterà con tutte le sue forze per portare in ogni angolo del pianeta i valori della World Organization of Ambassadors.
Dott. Giuseppe Prete lei è Cancelliere europeo della WOA, la World Organization of Ambassadors. Che obiettivi avete centrato negli ultimi anni?
La Woa Ambassador, come ben si sa, è un’organizzazione che si pone come obiettivo quello della pace internazionale. In questi anni abbiamo cercato, riuscendoci, di raggiungere numerosi paesi dell’Europa, e non solo, affinché il nostro messaggio possa essere conosciuto e accolto da tutti. Poiché solo operando insieme si possono creare ponti per ricongiungere ogni paese fratturato dalle guerre e da politiche non pacifiste. Nel 2023 cresceremo sempre di più verso l’obiettivo più interessante per noi ossia passeremo dall’essere una piccola ONG di pace già presente in Sudamerica e in Africa, a una corporazione di entità mondiale con accesso al potere politico ed economico, per difendere i diritti umani e i diritti umanitari di tutti gli abitanti del pianeta. L’obiettivo è raggiungere un posto tra coloro che hanno influenza nei luoghi di potere reale. Per fare ciò occorre avere pazienza e dedizione e soprattutto bisogna credere fortemente in ciò che si fa. Ci vogliono anni di lavoro, ma stiamo crescendo sempre di più e questo è un buon segno nell’ottica del senso di pace che si diffonde. La Woa inoltre sta crescendo molti in Europa. La bella notizia è che nel 2020 abbiamo fatto domanda di riconoscimento da parte delle Nazioni Unite e proprio questo mese, grazie al lavoro svolto in Europa e sui Balcani, sono iniziati i primi colloqui diretti. Abbiamo già ottenuto il riconoscimento dal Parlamento del Merconsur. Per quanto ci riguarda abbiamo già sede principale in Olanda (sede della Cancelleria), Milano (Milano, Padova, Assisi), Parigi (2 sedi), Berlino, Tirana, Kosovo e Bulgaria.
Lei è un grande simbolo di Pace nel mondo. A suo avviso le diplomazie internazionali come possono intervenire in modo risolutivo nel conflitto Russia – Ucraina?
Le diplomazie indipendenti di oggi, come chi ha scelto di percorrere una strada come la WOA, a differenza di quelle istituzionali che rispondono spesso purtroppo a interessi di Governo che non sempre hanno a che fare con l’obiettivo pace, devono saper leggere di più il mondo che lo circonda, devono poter fare di più, soprattutto devono essere in continua e rapida evoluzione, e cogliere il senso di quello che accade nel attorno a loro lavorando per costruire relazioni internazionali, religiose, anche istituzionali. La nostra ONG è oggi in grado oggi di affrontare, dopo una accurata formazione, i temi della politica e dell’economia più delicati, così come della geopolitica. È presente su temi socio-culturali, valutiamo e modifichiamo, a seconda degli eventi, le priorità più strategiche nel Mondo, che meritano più di una riflessione. Ci stiamo preparando per essere degli eccellenti “negoziatori” di pace, promotori, sfruttando anche la nostra presenza, ormai, sui 5 Continenti. In questo periodo in particolare sono molto attento a come si muovono le diplomazie internazionali, poiché la nostra azione diplomatica, potrebbe giocare un ruolo esterno riconosciuto e fondamentale per l’assetto internazionale.

Che appello vuole lanciare al Presidente russo Putin?
Occorre insistere sempre di più affinché Ucraina e Russia si siedano al tavolo delle trattative il prima possibile. Solo attraverso il loro dialogo si può arrivare alla fine della guerra. Per questo tutte le diplomazie internazionali devono fare in modo che tra i due ci sia il tanto atteso confronto, non più scontro. Intanto che la guerra va avanti, al presidente Putin vorrei chiedere di attenersi rigorosamente alle disposizioni del diritto umanitario internazionale. Tutti siamo a conoscenza delle sue continue violazioni già dal primo attacco. Le truppe russe violano sistematicamente le norme del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani in Ucraina. Non mancano mai attacchi deliberati e indiscriminati contro i civili; il loro uso come ostaggi e scudi umani; esecuzione e stupri; coscrizione forzata e rapimento; attacchi al personale medico e alle strutture; uso di armi proibite. Ho riscontri locali nel Paese sotto attacco che non mi arrivano dalla propaganda Ucraina, ma da fonti verificate con le quali ho iniziato un dialogo intenso ed è per questo, come dice un mio amico giornalista in Albania, che con testardaggine faccio continui appelli alle organizzazioni internazionali: alle strutture delle Nazioni Unite, al Consiglio d’Europa e l’OSCE affinché si intraprendano azioni immediate per fermare i crimini della Russia contro i prigionieri ucraini. Per fare questo cerco di coinvolgere tutte le nostre sedi Europee e le ONG con le quali ho stretto rapporti bilaterali. Purtroppo la guerra non “dorme” mai e bisogna agire sempre velocemente e con gli strumenti a disposizione, anche cercandoseli. Infondo è il nostro lavoro.
Come Woa state seguendo con attenzione i Balcani. Che iniziative state preparando per l’Albania?
La WOA è impegnata ad un ampliamento della propria dirigenza diplomatica in tutta Europa e punta a consolidare la propria presenza nei Balcani al fine di concordare con i governi dell’Area progetti di sviluppo economico e socioculturale nel segno della partecipazione, dell’innovazione, delle pari opportunità e, in definitiva, del crescente protagonismo istituzionale e sociale balcanico nell’Europa intesa nella sua più ampia accezione geografica e politica continentale.
Come Organizzazione oltre a diffondere i valori della Pace avete anche intenzione di divulgare i principi di Educazione finanziaria?
Mi sono reso conto che nel Mondo c’è una nuova politica di potere, siamo nelle mani di una antica gestione occulta, nelle mani di un’alchimia sociale. Tanti governi, i più forti, inventano guerre e recidono le libertà dei loro popoli. I potenti ci stanno risucchiando riducendo tutti alla povertà e alla dipendenza. C’è una nuova economia che potrebbe decollare, parte di un mondo islamico e una parte del mondo cristiano, che potrebbe risolvere i problemi con grande umanità se solo capissero che la ricchezza si può costruire con il benessere, applicando una diversa economia che punti al sociale, che renda produttiva la parte più povera dei Paesi, che punti ad un nuovo modello di finanza che costruisca pace, che investa sui popoli, non sugli armamenti, sui prodotti che fabbricano morte. Le armi fanno economia, ma al prezzo di quante di vite umane? Attualmente non esiste un pensiero culturale sovversivo, noi lo siamo. Per questo motivo ho voluto dentro l’organizzazione europea imprenditori, politici, rappresentanze del mondo sociale e religioso, metterli in contatto tra loro e creare nuove sinergie. E lo faccio soprattutto con persone che hanno gli stessi ideali di pace e di crescita.
Come redazione ammiriamo molto l’operato della Woa, punto cardine per la Pace internazionale. Lei cosa si auspica, in qualità di Cancelliere europeo, per il futuro del mondo?
Sono stato sempre sensibile sul tema della pace, da sempre sono stato sensibile ad ogni conflitto che genera disagio tra il popolo e morte tra i civili, anziani, donne e bambini in particolare. Da sempre, in ogni mio viaggio internazionale, Sudamerica Africa, la stessa Europa dei Paesi dei Balcani, mostro la mia attenzione e il mio rammarico per le situazioni delicate che si creano e soprattutto per coloro che stanno soffrendo. Ho accettato questo incarico in questa Organizzazione (ONG) di “Ambasciatore di Pace” per avere il loro supporto e aiuto. Per averlo, devo allargare sempre più l’Organizzazione in Europa, inserire all’interno persone di spessore alto: politici, Imprenditori, uomini e donne che lavorano in ambiti sociali ed Istituzionali che abbiano a cuore il “diritto alla vita”, alla “pace”, non all’eleganza come qualcuno ha detto, soprattutto alti religiosi.
Il direttore responsabile Agrippino Castania