Il dottor Prete ha convocato la plenaria della WOA, la World Organization of Ambassadors, a Frascati alle porte di Roma, con l’obiettivo di stilare un bilancio delle attività sociali e umanitarie e di cooperazione allo sviluppo transnazionale a oggi svolte e di prossimo imminente svolgimento.
Questo con una particolare attenzione alla regione euromediterranea e all’area dei Balcani occidentali, a seguito sia del congresso WOA riunitosi un mese fa a Tirana in Albania, sia del summit di martedì scorso – sempre nella capitale albanese – tra i vertici della UE e i leaders dei Paesi dell’area balcanica dove centrale e nevralgica rimane la vicenda dei non facili rapporti tra Kosovo e Serbia che saranno oggetto di specifiche azioni di impulso negoziale della WOA nella prima parte del 2023 a Pristina e a Belgrado: nella consapevolezza di come la divisione di quei territori in aree di influenza esterna, con il giogo di Mosca su Belgrado, possa acuire le tensioni ai confini.
“La comunità internazionale può e deve fare di più, molto di più. Non parlo solo di Europa e Stati Uniti d’America, né di Putin e di Zelensky le cui volontà sarebbero incisive quanto meno per favorire una tregua reale – ha aggiunto Prete – Mi riferisco altresì ai Paesi africani e alla Cina che finora ha tenuto un atteggiamento troppo ambiguo su tutta la vicenda dell’aggressione russa all’Ucraina, aggressione che invece è di una chiarezza drammatica perché la follia di Putin è di voler ripristinare l’Unione sovietica nell’Europa dell’est, orizzonte impossible e irrealizzabile. Cosicché si rischia la catastrofe umanitaria, sono già oggi 15.000 i bambini Ucraini deportati in Russia, in una zona che, sebbene il conflitto non rischi di allargarsi militarmente, comporterà altissimi costi energetici, economici e sociali a carico di tutta l’Europa e del mondo intero”.
A oggi “le sanzioni stanno impattando duramente sui cittadini russi e anche su quelli occidentali, ma non stanno sradicando il regime putiniano. Come WOA, attraverso la nomina di un nostro Ambasciatore per la pace, stiamo cercando entro la fine dell’anno, sperabilmente, di creare un ponte di dialogo diretto con la Chiesa ortodossa ucraina perché da qui può passare una parte importante della soluzione verso una cessazione dei conflitti”.
Il Cancelliere Europeo ha inoltre elogiato il ruolo di emittenti come LazioTv, facente parte del quarto gruppo mediatico italiano grazie all’opera di Gianfranco Sciscione e lanciato un appello ai comunicatori e conduttori di programmi: “Non cedete alla tentazione di alimentare il complottismo, le notizie non verificabili e il dibattito dialettico e contrapposto tra le parti sulla vicenda della tragica guerra in atto. Al contrario, utilizzate ogni spazio a vostra disposizione per fare prevalere le ragioni della diplomazia delle parole e dei fatti. La Pace è come un desiderio, a forza di richiamarla è più facile che si avveri”.
Il direttore editoriale Alessandro Zorgniotti