Un avvenimento che fin da adesso ci proietta a pieno titolo nella Storia, come città di Tirana, come sistema Paese Albania e come complessiva macro regione dei Balcani occidentali. Così Edi Rama, Premier della Nazione delle Aquile, ha definito il Summit che domani riunirà, nel cuore istituzionale e urbanistico della capitale albanese, i capi di Stato e di Governo dei 27 Paesi dell’Unione Europea e i leader degli Stati che formano la macro regione balcanica. Serbia inclusa, è la precisazione di Rama con riferimento alle più recenti tensioni politiche insorte fra Belgrado e il Kosovo.
L’Albania e la sua Capitale giungono alla vigilia di questo massimo vertice plenario intercontinentale al culmine di un percorso che non è stato facile ma che è in atto da oramai parecchi anni e ha infine portato un Paese non ancora UE – benché entrato ufficialmente nella fase irreversibile dei negoziati di adesione con Bruxelles dallo scorso luglio – a ospitare un summit plenario della UE.
Edi Rama ha sottolineato uno sforzo collettivo e collegiale, come istituzione governativa e come spirito di partecipazione della cittadinanza e della gran parte dell’opinione pubblica, alla base della presentazione esterna di una immagine di Tirana e del nuovo dinamismo albanese non di facciata ma, viceversa, di merito e di sostanza. Non è infatti casuale che la designazione a sede dell’Euro-summit sia arrivata nel trimestre conclusivo dell’intenso anno che ha visto Tirana città Capitale Europea della gioventù, perno di uno sviluppo turistico che a livello di sistema Albania ha praticamente raggiunto i 7 milioni tra arrivi e presenze turistiche da gennaio a oggi, in appena undici mesi.
La finale UEFA di conference League, giocata alla fine del mese di maggio nel nuovo stadio omologato dell’arena nazionale – Air Albania Stadium che da oggi inaugura la torre del nuovissimo e regale Marriott hotel per accogliere autorità da tutta Europa – ha costituito un traguardo intermedio e un punto per nuove e sempre più entusiasmanti partenze verso ulteriori designazioni e successi.
Per tutti questi ordini di motivi, il Governo ha predisposto un piano di sicurezza urbana studiato nei minimi dettagli e non negoziabile, perché è parte integrante del credito di affidabilità che abbiamo acquisito sul campo nei confronti di amici, alleati e partners.
Nel corso delle conversazioni con cittadini e operatori dell’informazione, il Primo Ministro ha inteso fugare una serie di illazioni e di pregiudizi il più delle volte adombrati dalle opposizioni: l’Albania non è terra di emigrazione massiva, i movimenti e la mobilità sovranazionale delle persone sono la naturale conseguenza di un quadro di internazionalizzazione del quale il Paese fa parte a pieno titolo; tanto che di contro cresce in tutta evidenza la propensione a stabilirsi in territorio albanese da parte di chi, per esempio dall’Italia, lamenta tasse e bollette eccessive e insostenibili.
“Nel nostro Paese i salari reali stanno aumentando – ha spiegato Rama – soprattutto in corrispondenza con determinate qualifiche specialistiche. Il tema centrale non è guardare al livello del reddito in maniera separata, ma rapportare lo stesso a tutta una serie di costi fiscali e reali che stiamo tenendo sotto controllo con il piano governativo di resistenza sociale”.
Infine un inciso sul ritorno economico del Summit di domani, quesito posto da alcuni utenti nel corso del dialogo: “Il sostegno finanziario della UE nei confronti dell’Albania è sempre più importante e significativo, e il nostro compito è quello di ampliarlo ancora. Certamente a questo aspetto si accompagna l’altro relativo alla prosecuzione del percorso di integrazione europea, perché da questo dipendono molti aiuti strategici e continuativi su scuola, università, aree urbane, infrastrutture, energia, agricoltura, turismo e attività industriali e produttive”.