Price Cap italiano troppo alto, Carfagna (Azione): era meglio il tetto sulle bollette

La presidente di Azione ed ex Ministra Mara Carfagna: “Si introduca un tetto alle bollette come previsto con realismo di coperture nella contromanovra del terzo Polo”. Il Capo del governo, Giorgia Meloni, al solito se la prende, beninteso con qualche ragione, con Bruxelles, argomentando quanto sia urgente e non più differibile fissare un tetto UE al prezzo del gas da importazione, e al tempo stesso sganciare i listini al dettaglio del metano dalle quotazioni tutt’altro che favorevoli che si svolgono sulla piazza della relativa Borsa di Amsterdam, il TTF.

Due provvedimenti che continuano a non trovare la necessaria pronuncia unanime all’interno degli organismi intergovernativi chiamati ad adottarli, a causa delle reticenze che insistono soprattutto tra i Paesi nordici, la cui più florida situazione, relativa ai bilanci pubblici nazionali e ai loro saldi, li porta a preferire soluzioni a carattere domestico, come è avvenuto nel caso della Germania con il mega piano da 200 miliardi, un autentico recovery plan autofinanziato per debellare gli impatti dell’inflazione importata.

L’Italia – come è stato più volte ribadito da Meloni – per il 2023 avrà a disposizione una trentina di miliardi, di cui i due terzi a deficit quindi a debito, e la nuova inquilina di palazzo Chigi, e leader di FdI, ha in ogni sede puntualizzato che non intende assegnarli alla speculazione, ma al contrario vuole dedicarli a provvedimenti che sostengano i redditi familiari e aziendali e riducano i costi indiretti a carico di cittadini e imprese.

Gilberto Pichetto ministro della sicurezza energetica: non potevamo penalizzare il settore delle rinnovabili, le riduzioni in bolletta potranno arrivare al 22 per cento

L’aumento delle pensioni minime e il riconoscimento della perequazione piena agli assegni Inps fino a quattro volte il minimo, parrebbero andare in questa direzione, ma sono stati giudicati nettamente insufficienti dalle organizzazioni sindacali e dei consumatori. Così come troppo elevata viene definita la soglia di 180 euro per megawatt/ora fissata per contenere il prezzo dell’elettricità prodotta da fonti rinnovabili: un tetto massimo che, secondo il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, è coerente con le indicazioni di Bruxelles in tema di disaccoppiamento tra gas e fonti alternative, e ha l’intento di non penalizzare un settore importante ai fini della transizione ecologica e della decarbonizzazione dell’economia.

Mara Carfagna, Presidente di Azione e Ministra con Mario Draghi: sarebbe stato preferibile il tetto alle bollette, ogni altra misura compresi i crediti d’imposta ha efficacia tardiva. Una famiglia su dieci è in povertà energetica

Secondo Pichetto, l’applicazione del price cap all’italiana consentirà, alle quotazioni attuali, di conseguire risparmi superiori al 20 per cento sugli importi delle bollette finali. Un beneficio che potrebbe però non bastare, tenuto conto che lo spettro di riferimento del progetto di legge finanziaria copre la fase emergenziale fino al prossimo marzo.

In Albania il governo di Edi Rama, grazie alla Ministra Belinda Balluku vicepremier, ha stabilito dall’autunno del 2021 un tetto massimo alle bollette che anche per il mese di dicembre sarà confermato per tutte le fasce di consumo energetico: il PIL albanese per il 2023 è indicato in crescita del 2,6 per cento

Secondo gli esponenti del terzo Polo di Carlo Calenda, i meccanismi prescelti dal governo da poco in carica, che puntano a una riedizione dei crediti d’imposta, si innestano su scenari nettamente peggiorati, rispetto ai quali i tradizionali crediti d’imposta rischiano di essere troppo tardivi e quindi inefficaci: come è stato evidenziato dalla presidente di Azione ed ex Ministra Mara Carfagna – citando un punto specifico della contromanovra sottoposta con spirito costruttivo alla Premier Meloni – la determinazione di un tetto è necessaria con riferimento non ai prezzi del gas ma alle bollette di famiglie e imprese, mettendo lo Stato in condizione di pagare la differenza in aumento tra le tariffe di mercato e il limite massimo che non può essere superato dalle fatture dovute dagli utenti, ossia da ognuno di noi titolare di un contratto di luce e gas. La proposta terzopolista prevede una robusta dote di 40 miliardi sul biennio in corso fino al 2023.

Il direttore editoriale Alessandro Zorgniotti

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