Che buono: l’Ambasciata lancia la ricetta di un Natale tra gusto e legalità

Proseguono le iniziative della nostra Sede diplomatica in Tirana, perno del più complessivo sistema Italia oltre Adriatico, per promuovere la cooperazione verso progetti in grado di unire sviluppo territoriale, competenze formative caratteristiche del made in Italy e vocazione inclusiva delle diverse attività promosse.


In tale contesto si colloca la visita effettuata nella sede della nostra Ambasciata nella capitale albanese da parte del rappresentanti della filiale d’oltre Adriatico della Engim, società che partecipa attivamente ai progetti di cooperazione locale con particolare attenzione alla regione di Fier, dove opera un laboratorio per ospitare e far decollare in senso operativo idee d’impresa a elevato impatto di sostenibilità sociale.

Ricevute dall’Ambasciatore Fabrizio Bucci e dal Direttore dell’ufficio della Diplomazia commerciale Stefano Salmaso, hanno simbolicamente consegnato un cesto contenente le golosità approntate dalle imprese sorte con spirito di comunità nell’ambito del programma Rise Alb finanziato dalla agenzia AICS di Tirana. Il pregiato cesto contiene, tra i vari prodotti enogastronomici, il panettone simbolo del lavoro della pasticceria sociale KeBuono!, costituita all’interno di un bene immobiliare confiscato dall’agenzia nazionale della Repubblica d’Albania preposta al sequestro, confisca e ridestinazione alla pubblica utilità dei patrimoni accumulati dalla criminalità organizzata.

Del paniere, proposto alle famiglie che intendano trascorrere un Natale buono, fanno parte altresì le marmellate preparate dagli studenti facenti parte del laboratorio della scuola agraria Rakip Kryeziu, quest’ultima al centro di importanti programmi binazionali che coinvolgono la Regione Emilia Romagna.

La nascita e implementazione di aziende a vocazione sociale inclusiva rappresenta un ulteriore modello di interscambio di buone prassi tra Italia e Albania, poiché la legislazione in tal senso vigente nel Paese delle Aquile costituisce un esempio mutuato dall’ordinamento del nostro Paese in materia di lotta al crimine organizzato attuata per il tramite della sottrazione dei rilevanti beni patrimoniali indebitamente accumulati a spese della comunità e a quest’ultima restituiti per tornare a essere fattore di sviluppo legale e di economia emersa e partecipata.

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