Gli scenari in atto evidenziano particolarità e determinano tendenze su cui la politica pubblica dell’ex Governo e di quello attuale può apportare dei contributi: per esempio, la prospettiva di un aumento a più riprese del tassi di interesse da parte della Banca centrale europea BCE, ha spinto numerose famiglie e molti giovani, utilizzando gli strumenti di agevolazione fiscale introdotti a tal fine, a stipulare mutui casa con contratti a tasso fisso.
Il contraltare di ciò è che gli aumenti dei tassi non favoriscono in assoluto le banche, a differenza di quanto alcune vulgate vorrebbero lasciare intendere: gli istituti di credito, svolgendo infatti una funzione di pubblico interesse, come è stato evidenziato anzitutto nel corso della prima tragica ondata pandemica del 2020, gli enti bancari hanno sottoscritto e acquistato, anche sui mercati secondari, titoli del debito pubblico a scadenza pluriennale, rinnovabili alla stessa.

Sebbene adesso lo spread sia a livelli relativamente bassi – in virtù della decisione della Germania di finanziare il proprio mega piano anti rincari da 200 miliardi rendendo appetibili i Bund a tassi non più negativi – ulteriori aumenti dei tassi da parte della Eurotower di Francoforte potrebbero condurre a una nuova impennata dei differenziali: le conseguenze sarebbero una svalutazione del valore patrimoniale dei nostri titoli di Stato, con effetti sui bilanci delle Banche e la necessità di aumentare le proprie riserve di capitale per continuare a rispettare i dettami di Basilea, decurtando i margini per la concessione di nuovi o maggiori prestiti alla clientela retail di famiglie e PMI.
Il Presidente Patuelli auspica infine che sia evitato il ricorso all’esercizio provvisorio del bilancio dello Stato, in considerazione dei tempi più stretti di validazione della manovra economica del primo Governo Meloni da parte di Bruxelles e del successivo esame da parte del nostro Parlamento, e che su aspetti come la fissazione di una soglia all’utilizzo del denaro contante per operazioni unitarie, così come per la voluntary disclosure (autodenuncia volontaria di quote di reddito o di patrimonio a oggi non dichiarate), si seguano le prassi europee e ci si attenga alla regola del carattere straordinario di simili misure.
L’editoriale di AZ