Rinnovabili: la scommessa della Norvegia unisce il West Balkans

Non solo Medio Oriente e Tap: la strategia energetica macroregionale dei Balcani occidentali guarda al profondo Nord Europa e precisamente al Regno di Norvegia. Uno Stato che vive un paradosso apparente: dopo la crisi seguita all’aggressione della Russia all’Ucraina, è diventato il primo fornitore di gas nei confronti dell’Unione Europea, e promette di conquistare la cima del podio altresì sull’altro contestuale versante dei conferimenti di petrolio al resto del vecchio Continente.

Allo stesso tempo, tuttavia, la Nazione scandinava si caratterizza, sul piano interno, per una capacità di produzione energetica da fonti rinnovabili che ne fa la realtà in assoluto più autosufficiente, in quanto a tasso di copertura integrale del proprio fabbisogno civile e industriale, nel confronto con l’intero contesto d’Europa.

Tratti distintivi tutti ugualmente concorrenti a determinare fin dalle origini la conferenza svolta ieri a Belgrado, capitale della Serbia, sotto l’alto patronato dell’inviato speciale del Governo di Oslo, e dedicata agli scenari di investimento nell’area del west Balkans intesa non solamente come singolarità di Stati bensì e anzitutto come perimetro da interpretare unitariamente come ambito per programmi di investimento di interconnessione almeno binazionale.

Il premier albanese Edi Rama con il presidente serbo Aleksander Vucic

La conferenza ha riunito fin da subito i capi di Stato e di Governo di Serbia, Albania, Nord Macedonia, Montenegro e Bosnia Erzegovina, facenti parte in modo diretto (i primi tre) o indiretto (gli ultimi due come osservatori) dell’iniziativa Open Balkans per la costruzione di una zona vasta di libero scambio.

Il presidente serbo Aleksander Vucic ha pertanto accolto a Belgrado il Primo Ministro albanese Edi Rama, il Premier macedone Dimitri Kovacevski e i presidenti del Consiglio di Montenegro, Dritan Abazovic, e Bosnia Erzegovina, Zoran Tegeltije.

La vicepremier d’Albania Belinda Balluku con il premier macedone Dimitri Kovacevski

“Dobbiamo tendere sempre di più a unificare, sul piano fiscale e finanziario, i nostri mercati dell’energia – ha esordito Vucic – poiché è un impegno che abbiamo di fronte a noi con riferimento soprattutto alle giovani generazioni e ai cittadini di domani dei Paesi che qui rappresentiamo. Mentre siamo riuniti a parlare, solo oggi stiamo pagando al prezzo di due milioni e mezzo di euro sui mercati internazionali il gas necessario a produrre l’elettricità di cui abbiamo bisogno per le famiglie e le imprese dei nostri territori. L’opportunità messa a disposizione dal governo della Norvegia, per fornire un punto di incontro tra potenziali investitori esteri e noi decisori istituzionali, deve essere colta appieno per obiettivi geostrategici la cui importanza si estende a tutta l’Europa”.

Parole condivise dal Premier albanese Edi Rama, giunto a Belgrado assieme alla propria vice Belinda Balluku titolare delle politiche in tema di energia, infrastrutture e trasporti: “Andiamo, con la giornata di oggi, sulla via, più che mai accelerata, della unificazione dei mercati tramite un solo, coeso piano energetico regionale sovranazionale, che ci fornirà la forza necessaria per acquisire sulle piazze esterne le fonti di approvvigionamento di cui necessitiamo a costi non più esorbitanti; e allo stesso tempo, e soprattutto io direi, per realizzare in tempi certi e programmabili quella condizione di autonomia e indipendenza, nella copertura del fabbisogno di elettricità e calore delle nostre case e aziende, che si concretizza attraendo finanziamenti e investitori di rilevanza macroregionale da Paesi terzi. In tal senso – ha ricordato ancora Rama – l’iniziativa Open Balkans ha fornito gli strumenti per accelerare sul cammino degli accordi intergovernativi per ridurre progressivamente i divari e le barriere nazionali a favore di ordinamenti sempre più uniformi e omogenei per incentivare interventi infrastrutturali di reciproca connettività altrimenti non del tutto fattibili e certamente molto più costosi per i nostri singoli bilanci”.

Edi Rama con il presidente della Repubblica di Azerbaijan Ilham Aliyev: i due capi di Governo hanno discusso, a Tirana, di potenziamento del Tap e di investimenti volti a realizzare una rete autonoma del gas in Albania strategica per la sicurezza dell’area balcanica e anche di quella adriatica protesa all’Italia

Il Premier di Tirana ha ricordato che la Norvegia potrebbe manifestare interesse nei confronti di due progetti molto innovativi che riguardano la proposta di un parco fotovoltaico galleggiante e di un metodo per generare energia addizionale sfruttando il ciclo delle acque. “L’inflazione da guerra è una realtà di non breve durata, di cui i nostri singoli bilanci statali non potranno farsi carico in maniera illimitata”.

Il collega e omologo della Macedonia del Nord, Dimitri Kovacevski, ha infine sottolineato il potenziale del proprio Paese, in collegamento con il resto della regione, nell’ambito delle fonti verdi e come piattaforma di interesse europeo per l’attrazione di investimenti di spessore sovranazionale capaci di condurre in tempi ragionevoli alla venuta meno dei fattori di dipendenza dalle fluttuazioni e oscillazioni delle piazze che in sedi terze determinano gli alti prezzi d’importazione.

L’editoriale di AZ

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