7giorni a tavola, da oggi l’Italia del gusto pronta a fare gol nei Balcani

Si rinnova anche quest’anno, grazie allo straordinario lavoro della nostra rete diplomatica estera, per la settima edizione consecutiva, il palinsesto di eventi che trae origine da Expo 2015 e che coinvolge Istituzioni pubbliche e associative di categoria, imprese HORECA, professionisti della filiera agroalimentare e della comunicazione del settore e istituti didattici e professionali e di cultura.

Il tutto orientato a una missione univoca: consolidare il ruolo trainante del nostro Paese nell’ambito delle produzioni tipiche di qualità che sono parte integrante e fondativa della dieta mediterranea riconosciuta patrimonio immateriale UNESCO, nel solco della straordinaria eredità tramandata da Pellegrino Artusi, lo scrittore, gastronomo e critico letterario considerato il padre della cucina domestica italiana e di cui quest’anno ricorrono i 202 anni dalla nascita.

Nel contesto della promozione e del presidio delle nostre tradizioni a tavola, come culmine di un articolato insieme di tradizioni sorte come innovazioni e di innovazioni divenute poi tradizioni, il rapporto tra Italia e Albania (e Kosovo) si conferma prezioso e speciale al pari di quanto si registra in altri ambiti strategici, con il valore aggiunto rappresentato dal “potere sottile” del cibo come portavoce di un intero sistema Paese, dei suoi luoghi e territori, della sua scienza e tecnologia.

Da sinistra, il nostro Ambasciatore a Tirana Fabrizio Bucci e il direttore dell’ufficio Commerciale dell’Ambasciata dottor Stefano Salmaso

Il cibo diventa un vettore non solo di bontà e di salute, ma di tutto un patrimonio di distretti, aziende, botteghe divenute grandi industrie e fabbriche multinazionali nella continuità del radicamento familiare e locale, e territori rurali trasformatisi in destinazioni turistiche di altissima gamma e come tali resilienti.

Come ha più volte evidenziato il nostro Ambasciatore a Tirana Fabrizio Bucci, non esiste altrove un rapporto altrettanto intenso quanto quello che unisce i nostri due versanti del mare Adriatico. La settimana della cucina italiana, da oggi, si pone in tal senso come un autentico omaggio istituzionalizzato a quelli che si configurano ogni anno come i 365 giorni di protagonismo enogastronomico tricolore nel Paese delle Aquile (e anche nel resto dei Balcani occidentali soprattutto albanofoni Kosovo in primis): basta passeggiare in Tirana e leggere i menù per acquisire con immediatezza cognizione di ciò.

La locandina dell’evento made in Italy a tavola in Albania

La settimana della cucina italiana nel mondo ha inizio da questo lunedì protraendosi fino al 20 novembre e coinvolgendo una pluralità di enti, di entrambi gli Stati, incluse le scuole più rappresentative per quanto riguarda la promozione del nostro patrimonio linguistico oltre Adriatico (dalla scuola Italiana di Tirana al liceo Ismail Qemali), il Comune di Tirana, il ministero della pubblica istruzione del Governo d’Albania, l’Istituto Italiano del commercio estero Ita, l’istituto di Cultura IIC, l’associazione italiana dei sommelier che ha una sede importante in terra balcanica, oltre a una pluralità di sponsor e di pubblici esercizi aderenti che adottano menù ed eccellenze Tricolore sulle proprie tavole.

L’Ambasciata d’Italia e il Consolato generale con sede a Valona saranno il fulcro e la cabina di regia del ricco palinsesto che documenteremo ex ante ed ex post e che ha il proprio punto di coordinamento effettivo nel team dell’ufficio Commerciale diretto con merito dal dottor Stefano Salmaso.

A destra, l’Ambasciatore d’Italia in Kosovo Antonello De Riu, in precedenza a capo della direzione per la promozione della internazionalizzazione presso la Farnesina. Il Kosovo, Paese albanofono, è al pari dell’Albania molto orientato alle produzioni enogastronomiche del nostro paniere Tricolore e si appresta a celebrare una altrettanto dinamica settimana culinaria

Una vetrina destinata ad amplificarsi in virtù della concomitanza con la molto attesa amichevole – di fatto un derby nei cuori di molti cittadini Albanesi che tifano italia e di numerosi nostri Connazionali che simpatizzano per la Nazionale rossonera – tra Albania e Italia che si giocherà mercoledì 16 novembre nel grande stadio dell’Arena Air Albania Stadium nel cuore della capitale balcanica.

Alcuni dati aiutano a spiegare l’assoluto rilievo della settimana a cui siamo attesi.
L’Italia, come più volte è stato evidenziato dall’Ambasciatore Bucci, è il primo partner economico commerciale dell’Albania: la bilancia tra le due Nazioni, indica nel rapporto tra esportazioni e importazioni l’esistenza di un consolidato distretto transnazionale con elementi di reciproca integrazione nei settori strategici lungo l’intera catena di formazione del valore aggiunto dei beni e servizi intermedi e finali in oggetto.

Prendendo a riferimento i dati messi a disposizione da ICE Ita in relazione al primo semestre dell’anno in corso, si evince con la chiarezza dei numeri assoluti e percentuali che nel novero delle esportazioni nostrane in Albania, il capitolo agroalimentare enogastronomico si colloca sul secondo gradino del podio, per un valore equivalente di oltre 107 milioni di euro, preceduto solo dalla merceologia dei prodotti tessili, di abbigliamento e pellame.

Il rapporto speciale tra Roma e Tirana, in forza dell’avvio ufficiale dei negoziati di adesione di quest’ultima alla UE, costituisce pertanto un presidio fondamentale a tutela della autenticità del prodotto italiano e del paniere della dieta mediterranea, secondo principi di tracciabilità, educazione al gusto e alla ricette, innovazione e sostenibilità.

L’unione degli intenti a tavola favorisce un settore garantendone slancio e continuità di mercato a fronte di un contesto segnato dall’emergenza internazionale connessa all’energia e alle materie prime, e rispetto al quale l’amicizia Italo Albanese si pone come elemento fondamentale per una espansione economica interna e reciproca e per porre un argine alle insidie esogene, a partire da agropirateria, contraffazione e italian sounding.

Francesco Lollobrigida e Antonio Tajani, rispettivamente i nuovi Ministri dell’Agricoltura e sovranità alimentare e degli Affari esteri e cooperazione internazionale

In che cosa questi ultimi consistano, è presto tristemente detto. A livello globale, l’agroalimentare originale Tricolore esprime vendite oltre frontiera per oltre 40 miliardi di euro. Una cifra che potrebbe più che raddoppiare se il Governo Italiano, che ha denominato con Giorgia Meloni il dicastero delle politiche agricole in ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare (emulando quella Francia con la quale adesso vi sono tensioni in atto), intensificasse la propria azione di contrasto ai fenomeni, simili ma diversi, della contraffazione – che come tale è un reato in partenza – e dell’italian sounding, metodo quest’ultimo che in maniera apparentemente legale orienta con etichette e nomi evocativi i gusti dei consumatori esteri su prodotti di non autentica italianità.

Ricordiamo tutti la disfida tra parmigiano e parmesan, ma non è il solo caso, e tra i Paesi che adottano tali tecniche vi sono la Cina, le Americhe, il Giappone e perfino la Germania, come rileva Assocamerestero, l’associazione degli enti camerali italiani oltre frontiera.

Il rafforzamento dei progetti relativi alla diplomazia e all’ottimo lavoro delle nostre sedi diplomatiche rappresenta un passaggio determinante per realizzare un obiettivo dal quale dipendono ulteriori 70 miliardi nominali, 50 in termini di produzione reale tradotta in euro, di volumi produttivi che dalle nostre aziende potrebbero prendere la via dei mercati internazionali salvaguardando l’occupazione in madrepatria e creando opportunità di lavoro e di sviluppo altresì nei Paesi di destinazione.

AZ

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