Il legame dell’Albania con l’Occidente coincide pienamente con l’interesse strategico nazionale dell’Italia. L’accettazione, fin dal 2009, del Paese adriatico balcanico nell’alleanza atlantica NATO ha rappresentato un successo importante anche per politica diplomatica e di difesa Italiana, e ha avviato un processo stabilizzante esteso al di fuori degli stessi confini europei e coronato da un crescendo di risultati, progressi e riconoscimenti. È questo il messaggio che il nostro Ambasciatore a Tirana, Fabrizio Bucci, ha inteso esprimere in occasione della celebrazione della odierna Giornata dedicata alle Forze Armate.
“L’esperienza e le conoscenze acquisite dall’Albania nel corso di manovre e di esercitazioni multinazionali congiunti – prosegue l’alto diplomatico – hanno consentito al Paese, nostro partner e alleato, di crescere efficacemente nel percorso di raggiungimento dell’intera gamma degli standard tecnici e operativi richiesti dalla NATO”.
A oggi, ricorda il nostro Ambasciatore, le forze armate Albanesi constano di ottomila unità effettive, principalmente forze di terra – senza mezzi corazzati né di artiglieria – forze navali – circoscritte al pattugliamento costiero – e di aeronautica militare, composta quest’ultima da una flotta elicotteri di trasporto leggero per cui la difesa aerea è del tutto dipendente dalla NATO.
“L’Albania, sostenitrice di un complesso processo di integrazione regionale, è attiva su diversi scenari per il mantenimento della sicurezza e della pace, sottolineando ogni volta la volontà di rafforzare le relazioni con i Paesi della regione balcanica”. L’iniziativa di cooperazione alla difesa denominata DECI, guidata proprio dall’Italia per il dialogo tra le Nazioni adriatiche e balcaniche, ha registrato proprio di recente il passaggio dell’Albania dallo status di osservatore a quello di Paese membro definitivo, con benefici per i complessivi equilibri geopolitici europei.
Altrettanto importante è l’elevato numero di personale impegnato in missione di pace sotto l’egida di NATO, ONU e UE tra il 1994 e il 2021, in totale oltre ottomila unità, così come la forte presenza nel contingente KFOR il cui comando dallo scorso ottobre è stato di nuovo affidato all’Italia.
Fabrizio Bucci ricorda inoltre l’iniziativa Adrion, che riunisce ai massimi livelli Italia, Albania, Croazia, Grecia, Montenegro e Slovenia a presidio di uno spazio marino dove sono in gioco rilevanti interessi geostrategici di importanza globale, come dichiarato un mese fa a Venezia dall’allora ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini.
Conclude l’Ambasciatore Bucci: “Nei prossimi anni sarà necessario proseguire sulla strada della cooperazione militare regionale finora intrapresa con successo, tendendo verso una maggiore tutela degli obiettivi di sicurezza comune a UE e NATO. Molte sono le sfide in questo ambito, dalla difesa informatica a quella sottomarina, una quarta dimensione quest’ultima su cui occorre riflettere e agire fin da ora per aumentare le capacità operative necessarie alla nostra comune appartenenza all’Unione Europea e all’Alleanza Atlantica. L’aggressione russa contro l’Ucraina porterà infatti con sé molteplici sfide legate alla sicurezza globale e soprattutto all’approvvigionamento energetico, le cui conseguenze si faranno certamente sentire in tutto il bacino del Mediterraneo”.
La ricorrenza del 4 Novembre si prefigge di commemorare tale data che, nell’anno 1918, coincise per l’Italia con la fine della prima guerra mondiale. Più di 600.000 soldati nostri connazionali persero la vita, ottomila dei quali in Albania.
Perciò, dal 1919, tale giornata viene doverosamente dedicata alle Forze Armate e al ricordo di quanti hanno onorato la propria divisa sacrificando la stessa vita e rappresentando, soprattutto per le giovani generazioni, un esempio della grande fratellanza tra i Popoli, quelli dei nostri due Paesi in primis, per la riconquista delle libertà democratiche e civili e un monito a non ripetere gli errori dello scorso secolo.
Il direttore editoriale Alessandro Zorgniotti