Il Banchiere Beppe Ghisolfi e l’imprenditore Luca Baravalle dopo il successo della partecipazione a Link Campus University: “Il primo investimento deve essere su se stessi, come cittadini, risparmiatori e investitori”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è determinato a risolvere la crisi di governo restituendo la parola e la capacità decisionale al Popolo Italiano.
Una straordinaria opportunità, della quale siamo grati al capo dello Stato, poiché crea le premesse per sviluppare una strategica campagna non solo elettorale, che sarà nostra cura seguire con massimo senso di equilibrio e responsabilità, ma altresì orientata alla diffusione più ampia possibile delle basi irrinunciabili di educazione istituzionale e finanziaria.

Due discipline, queste ultime, fra loro strettamente più correlate di quanto si possa immaginare, come è stato ribadito del resto dal Banchiere Beppe Ghisolfi e dall’imprenditore agroindustriale Luca Baravalle in occasione della propria partecipazione di successo alla recente conferenza nazionale svolta dalla Link Campus University a Roma.

Il Professor Ghisolfi, in effetti, prendendo la parola ha ribadito l’importanza di rendere obbligatoria l’educazione finanziaria nell’ordinamento didattico – una sfida che dovrà essere posta all’ordine del giorno del prossimo Parlamento e Governo – e di investire, prima che su questo o quel prodotto o servizio finanziario, su se stessi, perché da qui derivano le scelte più consapevoli assunte in qualità di risparmiatori e di investitori.

Concetti che, con una particolare accentuazione sull’importanza della formazione giovanile (in termini civici e manageriali) e sulla esigenza di passare – una volta per tutte – “da uno Stato dei sussidi a uno Stato delle sussidiarietà”, sono state ribadite, sia a Roma che su alcune delle più prestigiose testate giornalistiche, dall’imprenditore Luca Baravalle.
L’educazione istituzionale e quella finanziaria sono intimamente connesse: così come un elettore si astiene laddove ravvisi un clima di rassegnazione o di non-fiducia nei confronti dell’offerta politica programmatica, parimenti un risparmiatore tende a lasciare giacente, disinvestito il proprio accantonamento monetario, esponendo così lo stesso alla tassa impropria dell’inflazione. Nella stessa maniera, la non partecipazione al voto comporta per un cittadino, padre di famiglia, lavoratore dipendente, professionista o imprenditore, l’assoggettamento a decisioni, giuste o sbagliate, equiparabili a tutti gli effetti a uno shock esogeno senza più capacità alcuna di intervento o incidenza.
L’editoriale di AZ