L’Ambasciatore Fabrizio Bucci, la Ministra Elva Margariti e il mago del violino Olen Cesari hanno tenuto ieri a battesimo, nella nostra residenza diplomatica, la seconda edizione del Festival che si svolgerà nel Castello del Pascià con vista da cartolina sulle spiagge di Himara. La prospettiva, evidenziata dall’Ambasciatore Fabrizio Bucci in sede di presentazione del programma della seconda edizione, è che il festival di Porto Palermo possa, in un rapido volgere di tempo, seguire le orme delle gloriose kermesse nate in territorio italiane con una forte vocazione territoriale regionale e divenute poi – basti pensare a Urbino nelle Marche – un riferimento artistico internazionale e una calamita formidabile per il turismo massivo di qualità.
Le premesse, evidenziate dallo stesso alto rappresentante dell’Italia in Albania, esistono tutte, sulla base delle adesioni dello scorso anno – quando in questo stesso periodo si stava uscendo dal terribile shock pandemico – e avendo presente l’ottimo andamento delle adesioni a oggi pervenute e misurate dalla bigliettazione.
“Il festival di Porto Palermo – ha ricordato l’Ambasciatore Bucci – venne ideato con l’obiettivo di celebrare i trent’anni di amicizia Italo Albanese tra il 1991 e il 2021. La location del castello del Pascià è il frutto di una scelta strategicamente felice dell’amico Olen, al quale dobbiamo il merito dell’altissimo livello artistico fin da subito conseguito da questo festival che vuole infondere un messaggio di comunione e di convergenza sociale, con positive ricadute economiche, attraverso la voce universale delle arti canore e musicali”.

Il Festival ha assunto pertanto il valore della ripartenza di interi settori che erano stati pesantemente colpiti dallo shock pandemico del 2020, e attualmente la vocazione adriatica vasta di Porto Palermo, nel territorio municipale di Himara a ridosso di una delle più suggestive spiagge dell’intera costa balcanica, trasmette sentimenti di superamento di storiche barriere fisiche, tanto che il castello fortezza – da luogo difensivo chiuso – diventa per un mese un faro illuminante la cooperazione artistica tra i principali interpreti vocali e strumentali di Italia, Albania e Kosovo.
L’Albania nasce come luogo fortificato, ha ricordato il violinista e direttore Olen Cesari, e queste costruzioni simbolo di arroccamento nella antichità sono adesso uno dei principali elementi attrattori di un cosmopolitismo turistico e artistico.
Tutti motivi in forza dei quali il ministero delle cultura della Repubblica d’Albania, mirabilmente condotto dalla ministra Elva Margariti, ha aderito fin dalle primissime fasi organizzative al progetto oggi presentato: Porto Palermo è uno dei simboli della ripartenza del mondo artistico dopo il dramma della pandemia, all’interno di un contesto coordinato con il patrimonio culturale e con la ripresa del turismo nelle località di maggiore affluenza e più rappresentative.
La Ministra Margariti ha ribadito il perfetto e ottimale clima di collaborazione che esiste fin dal proprio insediamento con l’Ambasciata d’Italia e con il dicastero omologo dei beni culturali della Repubblica Italiana, clima rafforzato da un memorandum programmatico triennale – firmato a Tirana da Elva Margariti e Dario Franceschini – per la valorizzazione in ottica binazionale degli eventi festivalieri e degli artisti soprattutto di giovane generazione.
Porto Palermo, fin dal proprio nome, è il simbolo di questa fusione di intenti, note e musiche. Si inizia pertanto questo fine settimana, domani per la precisione, con la performance dell’artista e cantautore kosovaro Dren Abazi, e si proseguirà ogni weekend fino a Ferragosto.
La nostra redazione seguirà il festival in maniera costante, affinché questo “porto musicale” diventi sempre di più roccaforte turistica e allo stesso tempo Agorà e approdo artistico baricentrico tra ovest ed est, dall’Italia così come dal resto dei Balcani.
L’editoriale di AZ