Nel novembre dello scorso anno, il Primo Ministro albanese Edi Rama si recò in visita ufficiale a Roma per il primo colloquio ufficiale con il nostro Premier Mario Draghi: tra i due capi di Governo nacque una immediata intesa, rafforzatasi nei mesi successivi in occasione di Consigli d’Europa e summit della NATO, e nella condivisione dei provvedimenti assunti a favore dell’Ucraina e avverso il regime russo di Putin.
Mario Draghi ha più volte elogiato l’azione riformatrice del collega e amico Rama, e lo storico legame tra i nostri due Paesi dimostrato dal preminente ruolo dell’Italia oltre Adriatico misurato dalla bilancia commerciale che sancisce il primato numerico della nostra partnership sia sul fronte import che su quello delle esportazioni: ciò a riaffermazione della circostanza che Roma e Tirana costituiscono un’unica filiera industriale e di servizi, se non un vero e proprio distretto commerciale diffuso.

In tale ottica, le relazioni tra i due Esecutivi hanno posto le condizioni per la costituzione di un Consiglio economico binazionale per la promozione e lo sviluppo degli investimenti diretti, fortemente voluto dal nostro Ministro degli affari esteri Luigi Di Maio con l’obiettivo dichiarato di fare compiere un salto di qualità alla presenza Italiana in Albania – e nella macroregione dei Balcani occidentali nell’insieme della prospettiva delineata grazie all’iniziativa di Open Balkans avviata proprio da Rama assieme ai colleghi di Serbia e Macedonia del Nord – dal piano strettamente commerciale a quello più strategicamente industriale in settori decisivi come l’energia, i cantieri infrastrutturali e l’agricoltura.
Inoltre, nelle sedi comunitarie di Bruxelles, Draghi – di fronte al veto bulgaro nei confronti dello Stato macedone – ha espresso il proprio favore nei confronti della possibilità che l’Albania, in ragione dei progressi economici e istituzionali conseguiti, possa essere presa in considerazione, in una prima fase, come Paese a sé stante da cui partire per l’avvio dei negoziati, che non sono proceduralmente brevi, di adesione alla UE.
Va inoltre precisato che, grazie al ruolo proattivo svolto dalla nostra Ambasciata e dall’Ambasciatore Fabrizio Bucci, sono numerose i progetti e le opportunità collaborative che negli anni più recenti si sono avviate, potenziate o integrate.
Ecco perché le vicende romane vengono monitorate con una certa inevitabile attenzione pure da Tirana.
L’editoriale di AZ