Grazie al governo attuale di centrosinistra e alla straordinaria operazione di verità, agevolata dal contributo delle cancellerie e delle diplomazie occidentali, sono state istituite delle entità amministrative espressamente dedicate alla ricostruzione della tragica verità storica degli anni del regime ateista e stalinista che ha dominato l’Albania tra il 1945 e il 1991.
Intellettuali, artisti, cristiani soprattutto cattolici, praticanti di altre fedi religiose, e cittadini e dirigenti pubblici che per ragioni pretestuose da un giorno all’altro venivano tacciati di collaborazionismo e deportati: sono moltissime le categorie a cui appartenevano coloro che, a migliaia, furono internati, torturati e giustiziati da un regime metodologicamente simile se non identico alla Corea del Nord in quanto a tasso di pervasività nelle “vite degli altri”, nelle esistenze dei comuni cittadini.
Nella giornata di martedì, l’istituto dedicato alla ricerca sui crimini del comunismo e alla commemorazione delle vittime del regime di Enver Hoxha, ha allestito una toccante esposizione in memoria dei poeti Vilson Blloshmi e Gent Leka, intellettuali dissidenti che negli anni Settanta vennero fatti oggetto di un processo sommario, senza possibilità di fare valere ragioni in difesa, e successivamente giustiziati con modalità che per molti anni impedirono ai familiari superstiti di avere un luogo dove piangere i propri cari.
Le testimonianze raccolte ed esposte nel corso della partecipata conferenza, hanno posto una volta di più l’accento sull’importanza della conquista dei valori liberaldemocratici, progressisti e di abiura di qualsiasi forma di populismo e giustizialismo che vorrebbe usare un generico concetto di “popolo” per legittimare i crimini contro l’umanità.
La nostra redazione è vicina allo straordinario lavoro di ricerca dei collaboratori di questo meritorio istituto, facente capo all’amministrazione governativa, e alle famiglie delle vittime del regime che ha insanguinato il secolo scorso.
L’editoriale di AZ