La Fondazione CON IL SUD lancia il “Bando per le comunità energetiche e sociali al Sud” mettendo a disposizione 1,5 milioni di euro per favorire la nascita di “comunità energetiche” nelle regioni meridionali, con l’obiettivo di favorire processi partecipati di transizione ecologica dal basso e ridurre la povertà energetica in cui vivono le famiglie che si trovano in situazioni di difficoltà economica e sociale.
Le comunità energetiche rinnovabili sono enti giuridici composti da soggetti che, su base volontaria, si riuniscono per produrre e consumare energia elettrica pulita. Si fondano su un modello decentrato e diffuso in cui i cittadini diventano prosumers, cioè utenti che non si limitano al ruolo passivo di consumatori (consumer), ma partecipano attivamente alle diverse fasi del processo di produzione (producer) e gestione dell’energia e delle risorse garantite dal sistema di incentivi e remunerazioni previsto per la parte di energia condivisa.
Per il bando dovranno essere presentate proposte delineino le caratteristiche principali della comunità energetica rinnovabile e degli impianti di produzione di energia rinnovabile da installare su immobili gestiti da enti del terzo settore, nonché i benefici ambientali, economici e sociali attesi.
“Le comunità energetiche rinnovabili sono uno straordinario strumento di democrazia partecipativa” sottolinea Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD. “La transizione energetica e il contrasto della povertà passano infatti per il protagonismo delle comunità locali che, in un’ottica di condivisione e collaborazione, propongono soluzioni innovative e sostenibili, dal punto di vista ambientale, economico ma soprattutto sociale. Anche in esperienze di questo tipo – prosegue Borgomeo – è innegabile il ruolo decisivo del Terzo settore, per le sue spiccate capacità di leggere i bisogni di una comunità, di creare aggregazione e inclusione anche attraverso iniziative di transizione energetica dal basso, a dimostrazione del fatto che lo sviluppo, specialmente al Sud, è possibile se si inserisce in percorsi di coesione sociale”.