Rama dopo la fumata nera di Bruxelles: “UE vittima di se stessa prima che del veto bulgaro, noi pronti ad aiutarla”

Partiamo da un paradosso: quando si parla di un voto unanime o per acclamazione corale, si utilizza l’espressione comune e popolare di plebiscito bulgaro. A Bruxelles è accaduto esattamente il contrario: dal voto si è passati al veto bulgaro. Ossia la ostinata opposizione di Sofia nei confronti della Repubblica della Macedonia del Nord, con la conseguenza che a venire ostacolato è il percorso di avvicinamento a Bruxelles da parte dell’Albania.

Il cui Primo Ministro Edi Rama, in riunione nella capitale belga con i capi della Commissione e del Consiglio della UE, Ursula von der Leyen e Charles Michel, e con il presidente di turno dell’Unione, Emmanuel Macron, ha testualmente dichiarato la propria delusione, per quanto egli avesse in certa misura previsto un simile epilogo: “L’opposizione della Bulgaria è un fatto di per sé indecente, ma essa altro non è che la spia della inadeguatezza di questa UE e dei suoi meccanismi istituzionali che sembrano fatti apposta per renderci tutti ostaggi di una singola e isolata voce contraria rispetto a un orientamento oramai ampiamente condiviso, vale a dire l’accelerazione del processo di adesione dei Balcani occidentali all’Unione”.

Arrivati a questo punto, ha proseguito il Premier di Tirana – nel contesto di una conferenza stampa congiunta con il presidente della Serbia Aleksandr Vucic e con il capo del Governo della Macedonia del Nord Dimitri Kovacevski – “siamo noi che comunichiamo la nostra disponibilità ad aiutare le istituzioni di Bruxelles e dell’Unione Europea, e intendiamo fare ciò portando in dote qui la nostra esperienza come promotori e attuatori del progetto Open Balkans, una storica iniziativa di cooperazione e di collaborazione fra i nostri tre Paesi a beneficio del progresso economico e commerciale e della qualità e della semplificazione della vita e dei lavoro dei nostri concittadini. I Balcani aperti – ha ribadito Edi Rama – sono un ottimo esempio di come una prevalente volontà comune possa suscitare meccanismi duraturi di solidarietà e capaci di includere ulteriori realtà estendendo il perimetro di progettazione e di azione”.

L’editoriale di AZ

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