Figlio dell’indimenticato patriota Ali e sconfitto due anni dal covid a New York dove viveva, sarà ricordato domani dal museo storico nazionale e dalla casa editrice Botime con la recensione del suo lavoro di studio sull’Olocausto. A due anni dalla prematura scomparsa di Ilir Hashorva, ingegnere e traduttore albanese nato nel 1941 e stroncato dal coronavirus a New York dove si era trasferito nel 2000, il museo di storia nazionale di Tirana e la casa editrice Botime ne commemorano l’opera e l’impegno domani pomeriggio con una conferenza a partire dalle ore 18 nella sala UNESCO con accesso da piazza Skanderbeg.
Figlio del patriota Ali, che aveva contribuito alla divulgazione delle scuole di lingua albanese nel Kosovo, Ilir Hashorva ha contribuito a fare conoscere al mondo, grazie alle proprie traduzioni, i principali autori del Paese delle Aquile, da Muzine Kokalari a Ismail Kadare.
Il libro che sarà proposto e recensito al pubblico domani, è un insieme di studi che ripercorrono il dramma umanitario dell’Olocausto dalle sue origini religiose fino alla degenerazione nell’odio razziale più sanguinario e barbaro.
L’Albania è stato riconosciuto Paese giusto tra le Nazioni per il proprio contributo alla messa in sicurezza di migliaia di vite umane sottratte alla furia nazifascista. A Tirana, venerdì scorso, si è conclusa con successo la settimana Internazionale della cultura dedicata allo Stato di Israele.
A.Z