110 per cento, arrivano la capacità fiscale prorogata e la convertibilità in BTP a 10 anni

Allo studio un pacchetto di provvedimenti per consentire agli istituti bancari e assicurativi di tornare ad accettare la cessione del super eco bonus dopo l’esaurimento dei fondi certificato da Enea. Il super eco bonus sta per entrare in un nuovo capitolo di rilancio a seguito dell’ennesima vicenda che ne aveva segnato la battuta d’arresto per via della certificazione – da parte dell’ente Enea – dell’avvenuto esaurimento di tutti i fondi disponibili e della capacità di assorbimento fiscale in capo agli istituti bancari e assicurativi cessionari.

Che era avvenuto in pratica? Che i cosiddetti enti finanziari vigilati, ossia banche e assicurazioni, non accettavano più di monetizzare i crediti d’imposta, a valere sui lavori edilizi ammessi dalle normative sul 110 per cento, poiché non vi erano più le condizioni né i margini per spalmare e per riutilizzare negli anni successivi i bonus tributari, cioè le detrazioni acquisite a seguito di accettazione della cessione.

Adesso, tuttavia, sembra che la commissione attività produttive della Camera dei deputati abbia trovato una quadratura per restituire smalto a una misura di politica edilizia mai entrata sino in fondo nelle simpatie del governo Draghi, sebbene la stessa fosse sempre stata indicata come condizione scriminante per la permanenza delle delegazioni parlamentari del movimento cinque stelle nell’esecutivo dell’ex presidente della BCE.

Il primo degli interventi ipotizzati, per rimettere in moto il super eco bonus, è di consentire la convertibilità dello stesso in BTP di durata minima decennale, una soluzione che peraltro ribadirebbe e rafforzerebbe il ruolo degli istituti soprattutto creditizi come investitori istituzionali in quanto compratori e sottoscrittori di titoli del debito pubblico a medio lunga scadenza con effetti di calmierazione del famigerato spread.

L’altra opzione è quella di rendere possibile l’utilizzo del bonus – relativo a interventi programmati e messi a cantiere nel 2021 – anche successivamente al 2022 per la quota di detraibilità non fruita dalle imposte dirette del cessionario. Il che riporterebbe in circolo investimenti per 5 miliardi di euro, gli stessi a oggi bloccati e non più ammessi ad agevolazione dall’agenzia delle entrate.

I piani della commissione competente di Montecitorio sembrano tuttavia voler andare oltre la ricerca di una soluzione sul passato: trasformare il super eco bonus in uno strumento di politica industriale per lo sviluppo incentivato di un’autonoma industria nazionale dei materiali innovativi per le costruzioni, risolvendo uno dei grandi problemi alla radice originale del 110 per cento, vale a dire la spinta eccessivamente impressa sui materiali d’importazione che tanti problemi ha causato in ordine alla sostenibilità dei prezzi e alla formazione di un eccessivo tasso di inflazione alimentato da movimenti speculativi rialzisti nell’anello delle mediazioni all’ingrosso dei manufatti impiegati nei cantieri.

Del resto, sgravi fiscali di una certa portata si legittimano se sono funzionali a incentivare filiere a carattere indipendente e a mobilitare risorse interne sul piano della ricerca e dell’innovazione.

L’editoriale di AZ

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