Ambasciata d’Italia e istituto italiano di cultura organizzano in sinergia con il Comune e il Politecnico di Tirana e con l’università fiorentina una conferenza sul grande progettista dell’epoca razionalista. Come ha dichiarato in apertura di lavori Sergio Alias, dirigente dell’Ambasciata d’Italia con delega all’università, il giovane architetto Gherardo Bosio è stato, il padre, dello sviluppo urbanistico contemporaneo di Tirana fino ai giorni nostri, aprendo la via a forme di cooperazione binazionale per il consolidamento dell’identità edilizia della capitale albanese.
Per tale ragione, la nostra sede diplomatica ha promosso un convegno di altissimo livello scientifico nell’aula Magna del Politecnico che sorge nel monumentale palazzo della ex casa del fascio al culmine del boulevard Italiano che attraversa il cuore urbano della città partendo dalla opposta piazza Skanderbeg. Gherardo Bosio, il cui capolavoro assoluto nel Paese balcanico è il palazzo odiernamente chiamato “delle brigate” (ex villa luogotenenziale), ha delineato il quadrilatero fortificato, che delimita la piazza oggi dedicata a madre Teresa, seguendo uno stile comune dell’era della dominazione fascista: un regime che pur non comprendendo la disciplina architettonica, a un certo punto decide, nella seconda metà degli anni trenta, di appropriarsene per utilizzarlo come linguaggio di grandeur.
L’architetto Bosio, scomparso in età troppo giovane per poter realizzare tutti i meravigliosi progetti redatti, è stato riscoperto e rivalutato in epoca più recente attraverso la cooperazione Italo Albanese volta al rafforzamento delle sinergie nell’ambito della pianificazione del territorio. Gherardo Bosio, come ha ricordato il professor Ulisse Tramonti dell’ateneo di Firenze, su incarico del governo Mussolini viene inviato a Tirana per dirigere l’ufficio centrale per l’edilizia e l’urbanistica. Da questa cabina di regia dà impulso ai piani regolatori oltre che di Tirana, anche delle città di Durazzo, Elbasan, Berat, Valona e Korca, Scutari, Milot e Kucova, dove i progetti redatti fanno convergere civiltà e tendenze culturali di epoche diverse e precedenti.

Come evidenziato dalla dirigente Frida Pashako del municipio di Tirana, Bosio si connota per essere progettista e anche arredatore, come ha dimostrato nella concezione del palazzo luogotenenziale oggi sede del Consiglio dei ministri e di recente interessato da lavori di riqualificazione con il reperimento di luoghi per eventi aperti al pubblico. La raccolta delle opere del progettista italiano sono state salvate dal deperimento del tempo grazie a un intervento di digitalizzazione.
Le conclusioni sono state affidate al Professor Armand Vokshi, preside della facoltà di Architettura di Tirana, con un excursus del lavoro prestigioso di Gherardo Bosio troppo prematuramente interrotto dalla sua scomparsa nell’aprile del 1941, appena due anni dopo che aveva assunto la direzione dell’ufficio centrale della capitale albanese. Il convegno scientifico ha messo in luce in maniera magistrale gli artefatti alla base della continuità evolutiva dell’italian style, la cui eccellenza artistica è stata prevalente rispetto a ogni tentativo di appropriazione ideologica di parte, in forza del proprio buon gusto oggettivo dalle risalenti radici.
L’editoriale di AZ