Canale Italia promuove Beppe Ghisolfi: orgoglio nazionale sui temi dell’economia e della finanza

Il Banchiere scrittore collegato con lo studio di Vito Monaco e Valerio Malvezzi: la digitalizzazione dei servizi finanziari è un fenomeno che non possiamo fermare, ma che dobbiamo governare favorendo il primato della competenza e della conoscenza economica di base per tutti. Applausi anche per il conferimento del Leone d’oro di Venezia alla Carriera.

La diretta settimanale del venerdì di Canale Italia, condotta da Vito Monaco con l’ausilio del vulcanico accademico opinionista Valerio Malvezzi e ogni volta con ospiti diversi in studio in rappresentanza del mondo finanziario e imprenditoriale, ha esordito con un plauso e un applauso collegiale al ritorno del Banchiere scrittore Beppe Ghisolfi intervenuto in collegamento Skype da Cervere.

L’iniziativa di tale tributo è partita dallo stesso conduttore Vito Monaco e da Malvezzi: “È per noi una piacevole novità che un riconoscimento prestigioso come il Leone d’oro di Venezia sia assegnato per meriti legati allo sviluppo della cultura economico finanziaria”. Ha aggiunto Malvezzi, rispondendo alla proposta con cui “l’amico Beppe” lo ha candidato al ruolo di Ministro sui temi di cui già brillantemente si occupa ogni giorno come accademico economista: “Ringrazio, ma semmai è il Professor Ghisolfi che va riconosciuto e valorizzato come eccellenza e orgoglio sui temi dell’economia e della finanza che porta avanti attraverso il proprio ruolo ai vari eventi e summit mondiali”.

Il conduttore Vito Monaco

Il dibattito, sempre lineare, ordinato e mai sovrapposto, è quindi entrato nel merito delle molte questioni che lo sviluppo della modalità digitale, letteralmente scoppiata durante la prima e seconda ondata pandemica, sta portando nelle vite di persone e imprese.

Sebbene la fase di riapertura delle attività, dopo i vari lockdown totali e parziali, sia divenuta oramai irreversibile, e quindi una certa percentuale di relazioni interpersonali in presenza non verrà meno, l’informatizzazione telematica dei servizi bancari e finanziari più in generale sarà progressiva e non ammetterà ritorni a un passato burocratico, cartaceo e di code agli sportelli fisici.

“Sì – ha premesso Ghisolfi – la digitalizzazione può fare paura all’inizio, e ciò è comprensibile; ma proprio per questo è un fenomeno che, se nessuno di noi è in grado di fermare, chi ha competenze e ruoli ha il dovere di governare affinché i benefici siano prevalenti e accessibili a tutti. Serve quindi competenza e presenza incisiva nelle sedi dove vengono prese le decisioni che regolano e disciplinano il processo di trasformazione digitale e il funzionamento del settore bancario, e oramai questa sede è l’Unione Europea con il Parlamento di Strasburgo dove però purtroppo l’Italia, a differenza della Germania per esempio, si è sempre distinta in negativo per inviare politici di serie cadetta o addirittura celebrità dello spettacolo che, con tutto il rispetto, determinati temi non li potevano conoscere a dovere”.

L’opinionista economico Valerio Malvezzi, pungente accademico

Cosicché il nostro Paese si è trovato a dover recepire nel proprio ordinamento delle regole, di fatto imposte da altri Paesi forti della UE, in contrasto con la sua storia di Nazione fondata sulle medio piccole banche territoriali e sulla imprenditorialità diffusa: le direttive e i regolamenti come quelli in materie di bail-in (letteralmente: salvataggio interno) o relative al passaggio quasi automatico alla categoria di cattivo debitore per un imprenditore anche solo minimamente e temporaneamente inadempiente, ne sono una tristissima conferma non solo episodica.

Quindi il capitolo criptovalute: “Non si troverà al mondo nessun Banchiere totalmente d’accordo sulla sempre maggiore diffusione di questa tipologia di moneta, di cui il Bitcoin è capostipite ma che annovera mille diverse valute in circolazione sul mercato digitale – puntualizza con assoluta schiettezza Ghisolfi – perché la criptovaluta fa venire meno il passaggio della intermediazione. Tuttavia, l’infrastruttura telematica su cui essa si fonda, ossia la blockchain (in senso letterale: catena di blocchi), si dimostra di grande utilità per le Banche, poiché consente di mettere a disposizione di queste ultime informazioni sempre costantemente aggiornate e soprattutto non modificabili, a differenza delle normali periodiche informative cartacee tradizionali come i bilanci annuali e le note trimestrali”.

Quindi “le banche non spariranno – è la conclusione di Ghisolfi – sicuramente dovranno adeguare il proprio ruolo così come hanno già fatto più volte nel passato in funzione dell’assorbimento di tecnologie innovative rispetto all’epoca precedente, ma con schiettezza va detto che è finita una epopea dove gli istituti di credito avevano interesse a sviluppare in continuazione la propria rete di sportelli fisici con decine di dipendenti in ogni agenzia”.

Con riferimento infine al concetto di beni rifugio e alla loro sostituzione o surroga con la filigrana servita a stampare le prime banconote: “Il maggior valore dell’oro è il frutto di convenzioni sociali riconosciute che attribuiscono ciò. Queste convenzioni potrebbero a un certo punto cambiare, magari a discapito dell’oro e a favore del rame”.

Molto significativi i momenti interattivi di dialogo con il Professor Enea Franza, direttore della Consob, la Commissione nazionale di vigilanza sulle società e la borsa che, sotto la presidenza dell’ex ministro Paolo Savona, ha da tempo sviluppato progetti di educazione finanziaria e digitale e regole per disciplinare il mercato delle criptovalute.

L’editoriale di AZ

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