PNRR, l’allarme dei costruttori: i rincari mettono a rischio gli appalti, urgono 10 miliardi in più

Le imprese delle costruzioni condividono le stesse preoccupazioni che erano state espresse dal Presidente dell’ABI Antonio Patuelli, sugli effetti dell’inflazione energetica e bellica che non rende più attuali molte delle previsioni racchiuse nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il presidente di Ance nazionale, Gabriele Buia, è stato lapidario nella propria analisi: soltanto per rendere praticabile il capitolo Infrastrutture, contenuto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza – Pnrr, serviranno integrazioni di risorse per 3 miliardi, destinati a salire a dieci per impedire il fermo dell’intero settore dei lavori pubblici a causa della valanga di rincari intervenuti nelle quotazioni internazionali dei prezzi dell’energia e delle materie prime destinate all’edilizia e all’impiantistica.

Il mondo delle imprese sta svolgendo il proprio ruolo al fine di dare continuità ai progetti cantieristici recependo le linee guida del Pnrr in tema di sicurezza, qualificazione, adeguatezza e formazione professionale delle maestranze, e la dimostrazione sta nella stipula del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro raggiunta con le confederazioni sindacali in un contesto di rinnovate relazioni sociali e di dialogo sussidiario.

Il presidente di Ance (Confindustria) Gabriele Buia

Adesso, con la stessa intensità, deve essere realizzato e rinforzato il pilastro delle relazioni istituzionali, ma perché ciò avvenga è necessario un provvedimento del Governo che fissi meccanismi di revisione automatica dei valori a base di gara, in quanto un sistema di rimborsi eccessivamente differito porterà al fallimento di complessive filiere in un ambito nel quale si forma un quarto del totale del reddito nazionale. “Le nostre aziende sono, di fatto e di diritto, i primi partner dello Stato nell’attuazione del Pnrr e nella garanzia che i fondi europei assegnati all’Italia saranno utilizzati in maniera puntuale e rispettosa. Occorrono però le condizioni per poter continuare a lavorare non in perdita”.

Il numero uno di Ance sottolinea che anche un maggiore sforzo pubblico, volto a semplificare le previsioni normative e fiscali in tema di economia circolare delle fonti rinnovabili e dei nuovi materiali (cosiddette materie prime seconde), vede le realtà industriali del settore fin da ora pronte a mettere a disposizione le innovazioni con le quali ridurre virtuosamente la dipendenza italiana dalle forniture esterne.

Il Presidente dell’Associazione bancaria italiana – ABI Antonio Patuelli con il Banchiere e direttore di Banca Finanza Beppe Ghisolfi a Cuneo a Villa Aragno Tornaforte: il settore del credito è destinato a svolgere un ruolo irrinunciabile nell’attuazione e nella piena realizzabilità di molti capitoli di investimento pubblico ammessi ai fondi europei del Pnrr

Le considerazioni del presidente dei costruttori di Confindustria sono in piena sintonia con le preoccupazioni sollevate dai vertici del mondo bancario, in particolare dal Presidente dell’ABI, Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli: le aziende creditizie, al pari dello straordinario contributo apportato nel corso della prima drammatica ondata di coronavirus, sono chiamate a svolgere un ruolo che sarà centralmente completare a quello degli enti pubblici, centrali e locali, per assicurare la realizzabilità di molti progetti di investimento concorrendo a un quadro di congruità delle risorse necessarie.

Diverse Banche, sia territoriali che di sistema, hanno già creato degli specifici plafond con l’obiettivo di assorbire l’impatto dei rincari gravanti sulle aziende impegnate negli ambiti logistico, impiantistico, edile. Tutto questo dovrà tuttavia essere collocato in una cornice di sostenibilità la cui competenza esclusiva rimane al Governo.

L’editoriale di AZ

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