Vive la France, vive l’Albanie: una doppia esclamazione francofona che arriva spontanea dopo la vittoria di Emmanuel Macron al secondo turno di ballottaggio delle elezioni presidenziali nel Paese d’oltralpe che hanno decretato l’avvio del secondo mandato quinquennale al vertice dell’Eliseo per il presidente e fondatore di En Marche in carica dal 2017.
Macron è riuscito a prevalere su astensionismo e opposti radicalismi di destra e di sinistra, catalizzando su di sé i voti moderati e riformisti di quelle che un tempo erano le formazioni ispirate a gollismo e socialismo. Sul versante della politica interna, il rieletto capo dello Stato ha dichiarato come prima priorità che lavorerà per ricucire il Paese rispondendo alla rabbia della gente e alle ragionevoli aspettative anche di chi non lo ha votato.
La Francia vive una condizione economica migliore di quella di altri Paesi UE: il consolidamento della scelta nucleare la rende energeticamente più autonoma dell’Italia e della stessa Germania, e l’esercizio di strumenti come il “golden power” consente al governo di Parigi di salvaguardare il proprio tessuto industriale e occupazionale – per quanto sempre più internazionalizzato – facendo valere il proprio ruolo di azionista istituzionale strategico in ambiti decisivi come l’industria ferroviaria, automobilistica e bancaria. Emblematici, in tal senso, i casi di Alstom (ex Fiat ferroviaria), Stellantis (ex Fiat FCA) e Credit agricole.
Sul fronte della politica estera, la riconferma elettiva di Macron è una buonissima notizia altresì per i Balcani occidentali e in primis per l’Albania: infatti, attraverso Twitter, il Premier e Presidente del Partito Socialista Edi Rama e il Sindaco di Tirana Erion Veliaj, sono stati i primi a congratularsi con il capo dell’Eliseo. Rama ha ufficialmente invitato Macron a Tirana, “in quella che sarebbe la prima visita di un capo di Stato francese in Albania”, mentre Veliaj ha dichiarato che la vittoria del leader di En Marche fa tirare un sospiro di sollievo a tutta l’Europa.

Più di recente, prima dello svolgimento delle Presidenziali, il Presidente della Francia aveva dichiarato, nel ruolo anche di Presidente di turno dell’Unione Europea per il semestre gennaio – giugno, l’importanza di accelerare e di rafforzare il cammino degli investimenti della UE in Albania e nei Balcani occidentali, poiché le vicende della guerra russa in Ucraina mettono in guardia sulla necessità che questa importante macroregione nel cuore dell’Europa non sia più soggetta a sfere di influenza esterna o esogena. Ecco, allora, che una crescente integrazione economica e politico istituzionale acquisisce una rilevanza inedita nell’agenda di Bruxelles a cui Macron stesso sta lavorando con la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Per quanto attiene agli investimenti di portata macroeconomica, la Francia, attraverso la propria Ambasciata e la propria Agenzia di sviluppo, sta portando avanti progetti fondamentali in settori che partono dalla diversificazione produttiva energetica: la compagnia parigina Voltalia è infatti presente a Tirana con una propria filiale e ha ricevuto dal governo Rama l’incarico, a seguito di gara, per la realizzazione di due poderosi parchi fotovoltaici a Karavasta e a Durazzo in località Spitalle, progettati nel rispetto dei dettami ambientali per la generazione di centinaia di megawatt a tariffe concorrenziali.

In parallelo, il governo d’oltralpe è impegnato nella realizzazione di una grande iniziativa di inclusione economica, finanziaria e lavorativa delle donne albanesi, al fine di accrescere la partecipazione delle stesse al mercato del lavoro e al sistema imprenditoriale, grazie a una serie di attività di assistenza tecnica a favore del governo d’Albania presso la Banca mondiale.
L’editoriale di A.Z