Il centro studi Confindustria: sono almeno 11.000 le aziende il cui volume d’affari è legato al commercio estero con la Russia. La Banca d’Italia, come Istituzione di vigilanza sul settore bancario e organo propositivo e consultivo sulla politica economica di Governo e Parlamento, ha esortato le commissioni Finanze di Camera e Senato a concentrare gli aiuti anticrisi sulle famiglie più bisognose, beninteso quelle a rischio di povertà energetica, e sulle imprese maggiormente colpite dai rincari e dalle limitazioni al commercio globale con la Russia.
Se da una parte resta fondamentale confermare un pacchetto di sanzioni che colpisca al cuore gli interessi del regime di Putin, che trae purtroppo il proprio sostentamento dalla fornitura di materie prime energetiche e agricole all’Occidente (e all’Italia con maggiore peso specifico), d’altra parte questo impone che i nostri decisori politici nazionali accordino priorità di sostegno a quanti, in maniera incolpevole, sono sovraesposti al rialzo delle bollette e dei prezzi al consumo e vedono per converso crollare la componente di fatturato legata al commercio internazionale (da esportazioni in uscita o turismo in entrata).

Fabrizio Balassone, nel corso della propria audizione al Parlamento, ha auspicato interventi che siano principalmente basati sul principio della capacità selettiva, agendo per neutralizzare nella misura massima possibile i pesanti effetti recessivi sui nuclei familiari dove più alta è la quota di reddito erosa dal caro prezzi sopraggiunto, e sulle aziende che vedranno drasticamente ridursi i volumi d’affari a causa delle limitazioni imposte dalle sanzioni commerciali e finanziarie contro la federazione Russa.

Balassone ha aggiunto che, al netto di queste due priorità che ammettono anche scostamenti nel bilancio statale, ogni ulteriore misura dovrà essere compensata da interventi che individuino le corrispondenti coperture. Quante sono, tuttavia, le aziende del nostro Paese direttamente investite dai minori margini commerciali per effetto delle restrizioni deliberate da UE e USA nei confronti di Mosca? Il centro studi di Confindustria ha stilato un’analisi molto accurata e dalla quale emerge che sarebbero almeno 11.000 le imprese che dovranno fare i conti con un lungo periodo di sospensione delle relazioni economiche, turistiche e industriali con la Russia: un numero tutt’altro che trascurabile in termini assoluti, il cui impatto pratico va molto al di là della quota statistica dell’1,5 per cento sul totale delle esportazioni made in Italy nel Mondo e ricomprende, in misura percentuale maggiore, l’agroalimentare, le tecnologie dei componenti satellitari, gli impianti per la distillazione e i macchinari di precisione per il settore sanitario e radiografico.
L’editoriale di A.Z