Il fondo monetario internazionale premia il Paese delle Aquile per il suo basso livello di pressione fiscale nell’intero contesto balcanico. Il Parlamento nazionale di Tirana, a maggioranza socialista, ha approvato in via definitiva il piano di resistenza sociale del governo di Edi Rama. A illustrare l’articolato provvedimento, elogiato altresì da Unione Europea e Istituzioni internazionali, è stato lo stesso primo ministro, coadiuvato dalle ministre Elisa Spiropali (Rapporti con il Parlamento), Edona Bilali (PMI), Delina Ibrahimaj (finanze) e Belinda Balluku (energia).
Da oggi entrano in vigore le innovazioni relative a indicizzazione delle pensioni, aumento dei salari minimi, detassazione delle retribuzioni di fascia media e medio piccola, defiscalizzazione della nafta utilizzata in agricoltura e rimborso ai concessionari del trasporto pubblico locale per ogni libro di carburante utilizzato per il servizio di mobilità collettiva dei viaggiatori al fine di evitare rincari sul prezzo dei biglietti dei pendolari.

Confermata l’estensione dello scudo tariffario su famiglie e piccolo business. Rama ha inoltre annunciato l’avvio di uno studio ministeriale al fine di individuare le categorie sociali più benestanti dal punto di vista reddituale e patrimoniale, in modo da diversificare gli interventi sulla copertura economica finanziaria delle bollette elettriche, affinché l’area di esenzione e di agevolazione su queste ultime sia aumentata e rinforzata a beneficio delle altre fasce di utenza domestica.




Nel frattempo, anche il fondo monetario internazionale premia la politica fiscale del governo del Paese delle Aquile: la più aggiornata classifica relativa al total tax rate – valore che indica la pressione tributaria diretta e indiretta globale – vigente in ciascuno Stato della macroregione balcanica, evidenzia che l’Albania presenta il livello di carico fiscale più vantaggioso, praticamente alla pari con il Kosovo il quale però non ha il vantaggio dello sbocco sul mare e di una moneta nazionale.
L’editoriale di A.Z