Il Responsabile Sviluppo economico del Partito democratico, Cesare Fumagalli, interviene in esclusiva su “Le Banche d’Italia” per parlarci di tematiche estremamente importanti per il nostro Paese. Nel corso dell’intervista il dott. Fumagalli ha affrontato con chiarezza e competenza, argomenti che riguardano: imprenditori e Covid, caro bollette, suo auspicio sul futuro Presidente della Repubblica ed infine sui provvedimenti adottati dal governo Draghi nel 2021 in ambito di sviluppo economico. Inoltre svela le iniziative che i democratici metteranno in campo nel 2022 per lo sviluppo economico italiano. Insomma per la nostra Italia sarà sicuramente un 2022 molto importante e soprattutto cruciale.

Cesare Fumagalli il Pd che iniziative metterà in campo nel 2022 riguardo lo sviluppo economico del nostro Paese?
La prosecuzione di quella politica economica espansiva contenuta nella legge di bilancio per l’anno 2022, con la conferma degli stimoli per un crescente utilizzo delle tecnologie digitali, con la stabilizzazione e poi il programmato decalage degli aiuti al settore delle costruzioni, con la conferma e probabilmente la continuazione dell’offerta di garanzie pubbliche per i prestiti alle imprese, alle PMI in particolare. E poi ponendo grande attenzione affinchè il Governo e le Regioni e gli Enti Locali diano concreta attuazione agli investimenti previsti dentro il PNRR . Il 2022 deve essere già un anno in cui “si spendano” ed entrino in circolo i primi miliardi di quei 200 che il Next Generation EU ha assegnato al nostro Paese. Dovremo anche affrontare due nodi non di breve periodo: la transizione energetica e il costo delle materie prime, generatrici di inflazione che può diventare pericolosa sopra ai livelli odierni.
A suo avviso, in tempi di ancora forte pandemia, gli imprenditori necessitano di ulteriori aiuti economici per sostenere le loro attività?
Il primo degli aiuti economici sta nella capacità di navigare dentro la pandemia perdurante scongiurando blocchi alle attività, tutelando la salute delle persone. Poi sì, per alcuni settori che hanno subìto profonde alterazioni dei loro mercati naturali occorre procedere ancora con il set di interventi messo a punto nei due anni trascorsi, con ristori e sostegni all’occupazione.
Come Partito democratico come vi state muovendo sul caro bollette?
Con lo sguardo lungo in una visione capace di considerare i cambiamenti profondi che conseguono alla scelta di cambiare, con progressività intelligente e non ideologica, l’utilizzo delle fonti fossili per la produzione di energia. Ma al contempo mettendo in campo interventi molto rapidi per aiutare la formidabile manifattura italiana e tutto il sistema d’impresa nazionale a reggere la competizione aperta con concorrenti che hanno da prima un costo dell’energia molto più basso. Come si è già fatto in questi ultimi mesi ma aggiungendo una necessaria revisione degli oneri generali di sistema che pesano come un macigno sulle bollette.

Cosa si auspica dal futuro Presidente della Repubblica?
Che garantisca una corretta e funzionante democrazia “decidente”. Abbiamo davanti una “curva della storia” per l’Italia: l’occasione per valorizzare i nostri punti di forza – come lo è il sistema di piccola impresa diffusa di territorio – e l’opportunità di rimuovere i punti di debolezza che per colpa comune abbiamo tollerato per lunghi decenni – come una pubblica amministrazione invischiata di troppa burocrazia. Il sistema di pesi e contrappesi delle istituzioni deve lavorare per consentire un nuovo sviluppo che abbia la persona e la comunità delle persone al centro.
In ambito di sviluppo economico quali sono stati i migliori provvedimenti, nel 2021, del governo Draghi?
Su tutti i difficili e spesso inopportunatamente criticati provvedimenti per il controllo della pandemia e la salvaguardia della salute. Ribadisco che il primo e prioritario intervento economico è assicurare la migliore normalità possibile delle attività economiche, il resto segue. Troppo spesso sottovalutiamo il gigantesco sforzo fatto anche nel 2021 per finanziare, con la Cassa Integrazione Covid, il reddito di lavoratori dipendenti e stavolta anche autonomi, dando una grande mano alle imprese grandi e piccole a mantenere un’occupazione che altrimenti sarebbe crollata con pesanti ricadute sulla capacità produttiva strutturale; e che invece ha potuto dispiegarsi con immediata reattività non appena la domanda esterna e interna sono riprese, conseguendo quel 6 e più per cento dal quale partiamo per guardare al futuro prossimo.
Il direttore Agrippino Castania