Export: un mare di interscambi archivia l’era del Covid

Confindustria Albania conferma che nel 2021 il livello delle importazioni e delle esportazioni ha portato la bilancia commerciale con l’Italia a cifre addirittura superiori a quelle pre pandemiche del 2019. Tessile, metalli e alimentare i settori trainanti. Un mare di interscambi industriali e commerciali, tra i due versanti dell’Adriatico, archivia la funesta era del covid e sorpassa le già ottime performance del 2019. Si può riassumere così il saldo finale della bilancia delle importazioni e delle esportazioni tra Italia e Paese delle Aquile, rielaborata come di consueto con grande professionalità dalla direzione generale di Confindustria Albania, facente capo alla Direttrice dottoressa Gerta Bilali.

Lo staff di vertice e amministrativo di Confindustria Albania, con la direttrice Gerta Bilali, al centro, e il presidente Sergio Fontana, a destra

Le analisi, macroeconomiche generali e settoriali, confermano l’avanzato e irreversibile grado di integrazione e di interdipendenza funzionale tra i due Paesi, entro i quali le relazioni di import – export denotano una unitarietà effettiva di progetti di distretto e di filiera, poiché i prodotti che in forma componentistica o semilavorata provengono da un Paese vengono trasformati in maniera finale nell’altro e quindi commercializzati all’ingrosso o al dettaglio nel primo.

Le esportazioni totali dell’Albania nei confronti dell’Italia, hanno conseguito un controvalore di 156 miliardi di leke – corrispondenti a oltre un miliardo 278 milioni di euro – in aumento del 9 per cento sul 2019, quindi con un margine incrementale in grado di assorbire le oscillazioni dell’inflazione. Quasi un euro su due di controvalore esportato, viene realizzato con l’Italia.

Come sottolineato in più occasioni dai vertici di Confindustria di Tirana – che rappresentano le più autorevoli imprese italiane o a partecipazione italiana attive nel Paese balcanico – la bilancia mercantile sopra esposta è la risultante di una serie di programmi di investimento avviati e concretizzati negli anni passati; programmi che, lungi dal rappresentare una delocalizzazione produttiva, costituiscono al contrario il rafforzamento del tessuto manifatturiero Italiano che cresce nel Paese di origine proprio grazie al fatto di crescere e consolidarsi all’interno della regione balcanica occidentale d’oltre Adriatico.

L’Albania, ha evidenziato in diverse circostanze il Primo Ministro Edi Rama, politico italofono, diventa ulteriormente la piattaforma, in termini culturali e di disponibilità di manodopera e di materie prime naturali, con cui riportare in Europa molte produzioni che vengono realizzate con la stessa qualità UE e con minori costi operativi e fiscali beneficiando altresì il vero made in Italy, in ambiti dal tessile ai metalli, dai macchinari strumentali all’agrobusiness.

A.Z

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