La questione non si restringe soltanto più agli addetti ai lavori: l’avvenuto completamento del gasdotto Tap così come la prossima realizzazione dell’autostrada litorale balcanica adriatico ionica, ribadiscono l’assoluta centralità del ruolo del Paese delle Aquile e del governo Rama, con la Ministra socialista Balluku, nell’offerta di condizioni vantaggiose per il nostro Paese in ordine ai processi di diversificazione energetica e intermodale. Più recentemente è stata la visita in Atene della Ministra albanese – con delega a infrastrutture ed energia – Belinda Balluku (rappresentante autorevole del Partito Socialista di Edi Rama), a confermare l’effettivo avanzamento di procedure e lavori intesi ad accelerare sui lotti, di competenza di Albania e Grecia, rientranti nel più vasto tracciato del Corridoio Blu.

Quest’ultimo nome identifica il collegamento autostradale che, partendo da Trieste, attraversa tutta la suggestiva costa balcanica concludendo il proprio tragitto in terra ellenica per la precisione a Kallamat, con una percorrenza di 1500 chilometri transnazionali di cui 318 insistenti nel Paese delle Aquile. In Albania, il lotto di Corridoio Blu si sviluppa progettualmente da Nord a Sud, da Murriqan, località facente parte della prefettura di Scutari, a Kakavija nel distretto di Argirocastro punto di confine con la Grecia. Nello scorso mese di settembre, con analoga comunanza di obiettivi, la Ministra Balluku si era recata in Croazia per un meeting con il proprio collega ai lavori pubblici al fine di puntellare il percorso del Corridoio relativamente alla parte Nord, e di concretizzare l’auspicio che il governo del Montenegro possa fare altrettanto per facilitare nella propria giurisdizione territoriale il passaggio della grande autostrada turistica.

Nel corso di una propria audizione al Parlamento albanese nello scorso mese di luglio, la stessa Ministra Balluku ebbe a precisare che il Corridoio Blu sarebbe, come poi è avvenuto, entrato a fare parte delle priorità del Governo Rama 3 all’interno del capitolo relativo agli investimenti di ammodernamento, completamento e integrazione delle reti viabilistiche, ferroviarie, energetiche di interscambio con la circostante macro regione balcanica e adriatica; e che, appunto in tale funzione, il dicastero da lei diretto avrebbe decretato lo sblocco dei lavori per opere afferenti al mercato interno albanese ma irrinunciabili ai fini della messa a terra e della piena armonizzazione del passaggio delle infrastrutture internazionali, dal Corridoio autostradale al Tap.
Proprio il trans adriatic pipeline, indicativo del gasdotto che porta nel vecchio Continente la preziosa materia prima energetica estratta in Azerbaigian, consente di fare arrivare all’Italia – attraverso l’Albania e la rotta adriatica – una risorsa combustibile essenziale a quella diversificazione di approvvigionamenti che sola potrà contribuire a evitare la debacle in bolletta della nostra economia produttiva. Va detto che gli oltre 200 chilometri che formano la lunghezza del tracciato del Tap in Albania – segnatamente nella parte meridionale del Paese – erano già stati ampiamente ultimati nel 2018, favorendo pertanto la successiva prosecuzione conclusiva dell’opera in direzione della Puglia regione di approdo finale dell’intero gasdotto.
Il governo Rama Balluku ha colto l’occasione della grande infrastruttura energetica (al cui capitale sociale l’italiana Snam partecipa al 20 per cento) per rafforzare il sistema delle intese e delle partnership onde massimizzare i benefici energetici e tariffari per le comunità locali e per l’economia nazionale.

Si colloca in questa ottica la firma dell’accordo – nello scorso mese di luglio – intervenuto tra Ministero dell’energia, AlbGaz e Direzione Tap per predisporre il punto di uscita del gas a Fier: impianto che, una volta costruito e collaudato, sarà ceduto al governo albanese per diventare uno strumento di attuazione della strategia energetica nazionale che punta a una ulteriore diversificazione rispetto alla fonte idroelettrica e a stabilizzare il ruolo del Paese delle Aquile come esportatore netto di energia. La stessa condizione che, per la prima volta, sta caratterizzando l’Italia proprio grazie alla presenza del Tap che ha permesso al nostro Paese di beneficiare di un calo del 10 per cento del costo di acquisto del gas e di ritagliarsi un ruolo nell’export di tale materia prima nei confronti di altri Paesi europei. Un cammino appena iniziato, ma di cui si potranno apprezzare i vantaggi nel corso della seconda parte di quest’anno.
A.Z